Fiat, possibile scorporo del gruppo nel piano di Marchionne

Sergio Marchionne

Una Fiat divisa in due, da una parte il settore auto, insieme a Chrysler, dall’altra il resto delle attività del gruppo. Dovrebbe essere questa la novità contenuta nel piano industriale che Sergio Marchionne presenterà stamattina al Lingotto, e che riguarderà i prossimi cinque anni. Difficile fare previsioni  sui tempi e i modi di una eventuale operazione di mercato.

Probabile la scissione del titolo, settore auto e il resto delle attività,  o opzione per il collocamento (Ipo) delle attività dell’auto. Ancora, potrebbe essere avviata una quotazione separata di camion e trattori. Queste le ipotesi in circolazione.  La scissione, per esempio, avvicinerebbe l’auto alla holding Exor (la società controllata dalla famiglia Agnelli a capo del gruppo, nata dalla fusione tra Ifi e Ifil), andando cioè in direzione opposta alla riduzione del peso che è uno degli obiettivi dello scorporo. L’Ipo sarebbe però più complessa e dipenderebbe in misura maggiore dalla congiuntura di mercato. Dipenderebbe anche dai tempi della quotazione della stessa Chrysler, di cui Fiat ha in mano il 20% che potrebbe salire al 35% entro un paio d’anni.

Per quanto riguarda invece la parte più industriale del piano, per il settore auto l’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere i 5,5 milioni di unità tra Fiat e Chrysler che sarebbe secondo Marchionne una garanzia di indipendenza nel lungo periodo, condizione essenziale per sopravvivere nel mercato globalizzato.  Al gruppo americano tocca quindi il compito più difficile, quello di aumentare le vendite da 1,3 milioni a 2,8 in 5 anni. Oggi Marchionne svelerà quanto le sinergie con l’azienda americana aiuteranno Fiat.

Dal bilancio del gruppo emerge una notizia positiva: Fiat ha chiuso il primo trimestre 2010 con un risultato netto vicino al pareggio. La perdita è infatti di 21 milioni di euro rispetto a quella di 411 milioni di euro dello stesso periodo 2009.  L’utile della gestione ordinaria del gruppo ha raggiunto nel primo trimestre i 352 milioni di euro rispetto alla perdita di 48 milioni di euro dello stesso periodo 2009, con oltre la metà del risultato determinato dai business delle Automobili. “Tra il 2004 e il 2008 abbiamo raggiunto, se non superato, tutti gli obiettivi che ci eravamo posti”, ha commentato Marchionne lanciando però un allarme:  senza incentivi alle auto, le vendite potrebbe calare del 30 per cento nel secondo semestre dell’anno.

Ieri il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ha parlato con Marchionne, ha detto che il piano industriale Fiat che sarà presentato oggi è «coraggioso» e «confermerà gli elevati investimenti previsti per gli impianti italiani». Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi si è detto «fiducioso sul futuro di Fiat» e ha lodato «la disponibilità mostrata dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali a sostenere il piano industriale». I sindacati, dal canto loro, guarderanno con particolare attenzione ai dati sull’occupazione in Italia; non solo su Pomigliano ma in particolare su Mirafiori, che con il carico di produzione reso noto finora rimane sottoutilizzata.

Intanto oggi il consiglio d’amministrazione Fiat ha ufficializzato la nomina di John Elkann a presidente.  A capo del gruppo industriale torna quindi un membro della famiglia Agnelli, rispettando il salto generazionale già visto con Gianni Agnelli. Fondatore della Fiat è stato infatti il senatore Giovanni Agnelli, poi,  negli anni successivi il comando è passato a suo nipote, l’Avvocato. La tradizione è rispettata: dopo una generazione è il turno di suo nipote John Elkann.

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