Fiat. Pomigliano, stop alla produzione. Cassino riapre ma la Fiom teme la crisi

Sergio Marchionne (LaPresse)

ROMA – Produzione ferma nello stabilimento Fiat di Pomigliano dal 24 al 28 settembre e dall’1 al 5 ottobre. Un nuovo stop dettato dalla crisi del mercato automobilistico italiano ed europeo. L’annuncio poi arriva insieme a quello della ripresa di produzione nello stabilimento di Piedimonte San Germano, vicino Cassino, dopo un mese trascorso tra ferie e cassa integrazione.

Ma i 3900 operai di Piedimonte San Germano non lavoreranno a pieno regime. Tra settembre e ottobre i giorni di lavoro saranno 3 a settimana, gli altri 2 di cassa integrazione. I sindacati ora temono per la produzione. A Cassino vengono prodotte le nuove vetture, le Giulietta, le Bravo e le Delta. Auto che sentono in particolar modo la crisi e che spingono i sindacati a parlare di “futuro nebuloso” e di “incertezza”.

Arcangelo Compagnone, segretario provinciale Fiom di Frosinone, ha detto: “Siamo preoccupati e temiamo un ulteriore aumento della cassa integrazione. Senza la produzione di nuovi modelli non si supererà questa fase delicata allo stabilimento di Cassino. Serve un piano industriale che indichi investimenti e tempi certi”. Timori che con i nuovi stop di produzione a Pomigliano e le ipotesi di accorpamento dei due stabilimenti, sebbene smentite dall’ad di Fiat Sergio Marchionne, non possono che aumentare.

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