NEW YORK – Fiat si prepara alla fusione con Chrysler. Il Lingotto ha avviato la prima delle tre fasi del pacchetto di finanziamento multimiliardario per l’unione con Chrysler: secondo indiscrezioni, Fiat intenderebbe rifinanziare i prestiti esistenti delle due società prima di procedere alla potenziale acquisizione della quota restante della casa americana.
Il rifinanziamento potrebbe essere completato prima dell’estate mentre quello potenziale per la fusione è previsto dopo l’estate. Dall’unione nascerà il settimo gruppo automobilistico del mondo per vendite, che dovrebbe essere quotato a Wall Street entro il 2014. Sarà quotata al New York Stock Exchange anche Fiat Industrial che sbarcherà anche a Milano, a Piazza Affari.
Le azioni ordinarie della newco, che nascerà dalla fusione con Cnh, saranno quotate al New York Stock Exchange e, immediatamente dopo l’efficacia della fusione (si legge nel comunicato) anche sul Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana.
Il 9 luglio prossimo gli azionisti di Industrial saranno chiamati a esprimersi sulla fusione transfrontaliera di Fiat Industrial nella società di diritto olandese Fi Cbm Holdings.L’assemblea di Cnh è stata invece convocata per il 23 luglio.
Le indiscrezioni sulle tappe della fusione Fiat-Chrysler arrivano nel giorno dello ‘scontro’ fra Chrysler e l’ente americano per la sicurezza stradale, il Nhtsa (National highway Traffic Safety Administration). Chrysler non intende procedere al richiamo di 2,7 milioni di auto chiesto da Nthsa. ”Non condividiamo le conclusioni” a cui il Nthsa è giunto: sono basate ”su un’analisi incompleta dei dati e ci impegniamo a proseguire nella collaborazione con l’Ente per risolvere questo disaccordo” afferma la casa automobilistica americana. L’opposizione di Chrysler al richiamo non è, secondo la Cnbc, una prima in assoluto: è accaduto alla metà degli anni 1990 ma il richiamo era stato ordinato per problemi alla cintura di sicurezza.
”La sicurezza dei guidatori e dei passeggeri è da sempre la priorità per i marchi del Gruppo Chrysler e questo impegno resta immutato, afferma l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne. La società garantisce la qualità dei veicoli che produce e noi tutti assicuriamo il nostro impegno a continuare a collaborare con NHTSA nel fornire informazioni a conferma della sicurezza di questi veicoli”.
I veicoli oggetto del richiamo sono il Jeep Grand Cherokee (modelli 1993-2004) e il Jeep Liberty (modelli 2002-2007). I veicoli in questione ”rispettavano e superavano tutti i requisiti previsti dai Federal Motor Vehicle Safety Standards (gli standard federali per la sicurezza dei veicoli) compreso lo standard FMVSS 301 relativo all’integrità dei sistemi di alimentazione”.