ROMA – I giovani italiani sono stati dimenticati dalla riforma del lavoro. Questa è l’opinione del Financial Times, che nel servizio “generazione di senza lavoro” commenta la riforma del governo di Mario Monti. La riforma del lavoro in Italia non ha fatto altro che penalizzare i giovani, scrive il quotidiano della City, citando alcuni economisti.
Secondo il Financial Times nel dibattito parlamentare sulla riforma del lavoro in Italia, la battaglia ”più accesa” è stata combattuta sul tema di come proteggere i vecchi dipendenti prossimi alla pensione, mentre non c’è stata quasi nessuna discussione sui 600.000 giovani disoccupati che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro in Italia.
Gustavo Piga, professore di economia a Tor Vergata, ha detto al Financial Times: “Corriamo il rischio di perdere per sempre queste persone se non hanno accesso al mercato del lavoro quando sono giovani e se non acquistano delle competenze. Oltre al dramma umano, l’Italia rischia di perdere miliardi di euro in Pil se una grande fetta della popolazione non diventa parte della forza lavoro”.
Gli fa eco Tito Boeri che dice al giornale dice: ”Il nuovo sistema penalizza i giovani e non ha fatto nulla per affrontare il problema”. Secondo il professore della Bocconi, la riforma Fornero permette ad un nuovo assunto con un contratto permanente di avere le stesse protezioni di un dipendente con 30 anni di lavoro. Ciò scoraggia le aziende dall’assumere e dunque costringe i giovani a saltare da un lavoro all’altro per tutta la vita. Alla fine, aggiunge Boeri, “tutto questo andrà ad incidere sulla crescita economica del Paese”.