Fincantieri, sgambetto francese sui cantieri Saint Nazaire. Quando gli regalammo Parmalat…

Fincantieri, sgambetto francese sui cantieri Saint Nazaire. Quando gli regalammo Parmalat...
Fincantieri, sgambetto francese sui cantieri Saint Nazaire. Quando gli regalammo Parmalat…

ROMA – Fincantieri, sgambetto francese sui cantieri Saint Nazaire. Quando gli regalammo Parmalat… Se, come dichiara il presidente del Consiglio Gentiloni, quella di Fincantieri è la storia di “un Paese che fa sistema”, lo sapremo quando il governo francese la smetterà di porre veti all’acquisizione dei cantieri navali di Saint Nazaire, pattuita con i coreani di Stx che ne detengono la maggioranza. Francesi che, giusto o sbagliato, sistema lo fanno davvero, come dimostra il frenetico shopping di aziende nostrane degli ultimi anni: vale la pena ricordare Parmalat regalata a Lactalis per ragioni diciamo così ego-strategiche dell’ex premier Berlusconi?

Fincantieri è certamente penalizzata, allo stato attuale, dalle fibrillazioni pre-elettorali: la firma auspicata di Francois Hollande potrebbe essere anche la sua ultima, di certo imporre la difesa degli interessi nazionali a scapito della libera concorrenza è più di una tentazione, specie considerando la minaccia sovranista di Marine Le Pen e le suggestioni protezionistiche di un Trump.

“Difenderemo le nostre ragioni”, avverte l’a.d Fincantieri Giuseppe Bono rispondendo a Parigi che ipotizza, se salta l’accordo, di assumere il controllo dei cantieri e nazionalizzandoli. Mentre per il presidente di Cassa Depositi e Prestiti (che controlla Fincantieri) Claudio Costamagna, la vicenda e il comportamento francese sono semplicemente vergognosi.

Per il senatore Pd Massimo Mucchetti, “l’Italia ha aperto le porte agli investimenti delle imprese francesi. Anche troppo. Va detto senza mezzi termini che l’azionista pubblico francese non può impedire in modo obliquo al concorrente italiano di acquisire la maggioranza dell’azienda di Saint Nazaire da una società coreana in fallimento”.

All’apparenza finora gli italiani non hanno soddisfatto le aspettative. E allora, secondo Le Monde, spazientito, lo Stato francese prenderebbe il controllo del 100% per poi rivendere due quote del 20% o poco più all’italo-svizzero Msc e all’americano-norvegese Royal Caribbean, i due maggiori clienti di Saint-Nazaire (lì stanno facendo costruire alcune delle loro imponenti navi da crociera). Poi un 10% finirebbe nelle mani di Dcns, i cantieri militari pubblici francesi. E una quota equivalente ai dirigenti e dipendenti dell’azienda. Da sottolineare: nessuno di questi ha competenze nella costruzione navale privata a differenza di Fincantieri. (Leonardo Martinelli, La Stampa)

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