ROMA – “Con l’operazione STX ci siamo presi un pezzo di Francia. Ma se fosse successo il contrario, in Italia nessuno si sarebbe schierato a difesa dell’industria nazionale, come invece hanno fatto loro”.
Lo ha detto Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri in occasione del varo della fregata Antonio Marceglia, ottava unità su dieci del programma italo-francese Fremm agli stabilimenti di Riva Trigoso.
“Abbiamo dato l’opportunità al Paese di non essere sempre succube e di giocare un ruolo da protagonista nel progetto di difesa comune europea”. “Fincantieri oggi è la prima azienda al mondo nel suo settore, e a livello internazionale noi vogliamo essere un predatore, non una preda”, ha aggiunto l’ad.
“Siamo impegnati in gare internazionali in Australia e negli Stati Uniti, per importi enormi. Questo ci fa un po’ paura per il futuro, perchénon è facile replicare una Fincantieri dall’altra parte del mondo, ma è anche una sfida che da’ lustro al Paese e ci rende orgogliosi. Per quanto riguarda il mercato tedesco, già da alcuni anni stiamo lavorando con la Germania per lo sviluppo e la costruzione dei nostri modelli di sottomarini”.
Riguardo all’attività internazionale di Fincantieri, Bono ha aggiunto che “abbiamo altre avventure che speriamo si possano concludere nei prossimi mesi”. Il numero uno del gruppo cantieristico italiano ha ribadito che a Fincantieri serve “più attenzione da parte dello Stato e delle istituzioni, perché le sfide invece di diminuire aumenteranno. Ora la Cina ci fa concorrenza anche sul versante militare”.
Il manager non chiede soldi, “che creano cattive abitudini. Fincantieri è una delle aziende pubbliche che riceve meno contributi. Ci danno le navi da costruire e noi vogliamo guadagnare con quelle. Il lavoro ci stimola e ci spinge a fare sempre meglio”.