Finmeccanica, si dimette Pozzessere, collega di Debbie Castaneda

Pubblicato il 15 Settembre 2011 - 19:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 15 SET –  Si è dimesso Paolo Pozzessere, direttore commerciale di Finmeccanica. E’ la prima, clamorosa, conseguenza della nuova bufera giudiziaria che si è abbattuta sul colosso industriale con il deposito di carte dell’inchiesta napoletana, in corso ormai da tempo, su asseriti episodi di corruzione da parte di rappresentanti delle società del gruppo.

Presunti illeciti negli appalti (caserme e sistemi di videocamere) inseriti nel ”piano sicurezza” per Napoli e provincia, ma anche mazzette milionarie che, è emerso ieri, sarebbero state pagate a esponenti ”di alto livello” di governi stranieri – soprattutto asiatici e sudamericani, ma non solo – per ”condizionare le gare all’estero… sino a capolvolgerne gli esiti già decisi”.

Proprio il nome di Pozzessere, che nelle intercettazioni vanta tra l’altro ottimi rapporti con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed oggi si è detto ”totalmente estraneo” ad ogni illecito, ricorre molte volte nelle carte depositate dai pubblici ministeri nell’ambito della connessa vicenda giudiziaria del presunto ricatto al premier da parte dei coniugi Tarantini e di Valter Lavitola, il direttore dell’Avanti.

Quest’ultimo – che con Pozzessere aveva ”frequenti contatti” e, scrive il gip, ”condivide numerosi affari sicuramente tutti da approfondire” – è indagato anche nell’inchiesta Finmeccanica con cui avrebbe fatto, scrive il gip di Napoli, ”affari loschi”.

Tra le conversazioni intercettate ve n’è una in cui Lavitola riferisce a Pozzessere, di essere ”ancora a Panama” e che ”per quanto riguarda ‘le commissioni’, vorrebbe che Paolo facesse una verifica, ma questi lo interrompe, dicendo che secondo lui il conto in Bulgaria non va bene, in quanto (…) dopo i casini che hanno avuto in Finmeccanica, hanno dato disposizioni che i consulenti possono essere pagati o sul luogo dove lavorano – in questo caso Panama – o dove c’è la sede legale”. A questo riguardo il giudice definisce ”anomalo ed inquietante che un giornalista come il Lavitola parli di ‘commissioni’ da pagare estero su estero da Finmeccanica”.

Il nome di Pozzessere ricorre poi in numerose telefonate con Debbie Castaneda, ex modella colombiana, consulente anche lei di Finmeccanica, definita ‘amica’ di Berlusconi. Molti dei colloqui riguardano una controversia tra la Castaneda e  Alejandro Agag, identificato nel genero dell’ex premier spagnolo Aznar, per una commissione da 6 milioni di euro, per un contratto di Finmeccanica da 600 milioni, che Agag avrebbe ‘soffiato’ alla donna.

Pozzessere, che in una delle telefonate afferma che ”Alejandro è stato un mascalzone”, spiega di non poter fare niente. Debbie, allora, ”dice a Paolo che racconterò tutto al Presidente. Paolo le dice che fa bene” e, in un’altra conversazione con il marito dell’ex modella aggiunge: ”bisogna incastrare lui per via politica, ci siamo capiti come. Anche perché ”lui (Agag – ndr) fa affari col suocero, quindi lo chiama e gli dice: ‘ridammi (incomprensibile) hai rotto il cazzo’. Secondo me questa è la cosa più semplice”.

Oggi Alejandro Agag ha smentito di aver mai firmato accordi con Finmeccanica e di aver ottenuto commissioni dall’azienda. A rendere note le dimissioni di Pozzessere è stata Finmeccanica, affermando in una nota che il direttore commerciale ”ha messo a disposizione dell’amministratore delegato il proprio incarico pur confermando la propria totale estraneità ai presunti fatti illeciti recentemente venuti a conoscenza a mezzo stampa.

Tale decisione – prosegue il comunicato – è stata adottata dall’interessato al fine di tutelare la reputazione di Finmeccanica in relazione all’esposizione mediatica alla quale il Gruppo e la sua persona sono stati esposti negli ultimi tempi”. Il j’accuse dei pm di Napoli in effetti è durissimo.

Esiste ”la pratica, da parte dei rappresentanti delle società di Finmeccanica si legge nelle carte – di corrompere i rappresentanti dei governi esteri per potersi aggiudicare le gare”. Molte le intercettazioni che proverebbero questa ”attività corruttiva” svolta grazie a ”contatti di alto livello”, tutti opportunamente ben ”oliati”. Numerosi anche i nomi dei manager e dei consulenti tirati in ballo, tra cui quello di Filippo D’Antoni, dirigente di Wass (Alenia sistemi subacquei) e genero del numero uno del gruppo, Pier Francesco Guarguaglini.

In alcuni colloqui tra lui ed altre due persone ”si fa esplicito riferimento all’apertura di conti presso una banca svizzera a Lugano da parte di D’Antoni ed al transito su di essa di soldi bonificati da altro istituto elvetico”: secondo i pm di Napoli, la sequenza delle telefonate ”non lascia dubbi sulla illiceità dell’operazione posta in essere”.