Finmeccanica contro Tremonti: “Lui e i suoi scagnozzi… devono pagare”

ROMA – “Tremonti è contro di noi, la pagherà”. E’ il convincimento, riportato da Carlo Bonini e Maria Elena Vincenzi su Repubblica, dei vertici di Finmeccanica. La vicenda è quella del cosiddetto affare “Digint”, la società che secondo la Procura di Roma ipotizza essere una sorta di format utilizzato dalla holding per creare i fondi neri.

Quando iniziano a circolare le intercettazioni il presidente Pierfrancesco Guarguaglini, scrive Repubblica, si infuria. E comincia la caccia al colpevole. Il 9 marzo Tremonti chiama Guarguaglini e gli chiede la mappa di tutte le società che “dirette e indirette” di Finmeccanica. Due mesi dopo Digint e le intercettazioni affollano i giornali. Il sillogismo dei vertici di Finmeccanica è chiaro: è colpa di Tremonti.

Il 28 giugno 2010 il responsabile delle comunicazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni parla al telefono con il presidente di Enav Luigi Martini. E la telefonata, riportata dal Corriere della Sera e da Repubblica,  è un chiaro atto di accusa:

Borgogni: «Però questi hanno giocato troppo sporco, bisogna fargliela paga?».

Martini: «Sì però bisogna capire chi è? Va bene Lorenzo?».

Borgogni: «Ma come? è il professor Giulio Tremonti dai».

Martini: «Ma ormai te sei sicuro?».

Borgogni: «No, ma… il Corriere della Sera mi tratta peggio di Repubblica , sai potevo pensare fosse De Benedetti, no, invece è il professor Tremonti con tutti i suoi scagnozzi Marco Milanese, Ignazio la Russa, Paolo Berlusconi… io li fo i nomi al telefono, li fo tutti».

Martini: «Sì sì, Gianfranco la prossima settimana eh? Adesso mi dice il giorno».

Borgogni: «Io devo vederlo in tutti i modi… Hanno perso il capo ieri sera quando alle cinque è uscito il comunicato di Confindustria che diceva che la Marcegaglia propone Guarguaglini come vicepresidente… Hanno perso il capo… Ma non si può, tu puoi avere tutte le aspirazioni che vuoi, ma non puoi andare sulla pelle degli investitori, delle famiglie, questa è una mascalzonata… Oggi si stava perdendo il 5 per cento».

Martini: «Questi so traditori della patria».

Borgogni: «So’ mascalzoni… Si chiama Giulio Tremonti, te lo dico io».

Martini: «Senti allora Altero l’hai avvertito?».

Borgogni: «No… ma c’è il comunicato della Procura di Roma».

Martini: «Sì, ma è importante io adesso chiamo Altero e Gianfranco, tu ci sei la prossima settimana no?».

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