BERLINO – “Angela Merkel si è dimenticata di quando l’Europa dimezzò i debiti di guerra alla Germania”. La critica viene dall’ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, che mette sotto accusa la “politica dell’ognuno per sé” praticata dalla cancelliera e dal suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble.
Nel suo libro Echeitert Europa? (L’Europa fallisce?, ndr) Fischer sferra un duro attacco alla cura dell’austerità “alla tedesca” imposta in questi anni. Una cura che sta condannando il Sud dell’Europa alla “trappola della spirale dei debiti”, ovvero un meccanismo vizioso in base al quale non usciranno mai dalla crisi. E in questo senso accusa il suo Paese di avere la memoria corta:
“E’ sorprendente – scrive Fischer nel suo libro – che la Germania abbia dimenticato la storica Conferenza di Londra del 1953, quando l’Europa le cancellò buona parte dei debiti di guerra. Senza quel regalo non avremmo riconquistato la credibilità e l’accesso ai mercati. La Germania non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miracolo economico”.
I debiti di guerra della Germania dopo il 1945 avevano raggiunto i 23 miliardi di dollari. Quasi il 100% del Pil tedesco di allora. Ma mentre i sovietici pretesero e ottennero il pagamento dei danni di guerra fino all’ultimo centesimo. Tutti gli altri Paesi, europei e non, decisero di rinunciare a più di metà della somma.
Era il 24 agosto 1953 quanto ventuno Paesi, tra cui anche Grecia e Italia firmarono un trattato a Londra consentendo a Berlino di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. Questa la lista completa: Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia, f