Fisco. Tasse 2013 record: 53,2% di pressione fiscale (considerando Pil “nero”)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Luglio 2014 - 11:11 OLTRE 6 MESI FA
Fisco. Tasse 2013 record: 53,2% di pressione fiscale (considerando Pil "nero")

Fisco. Tasse 2013 record: 53,2% di pressione fiscale (considerando Pil “nero”)

ROMA – Fisco. Tasse 2013 record: 53,2% di pressione fiscale (considerando Pil “nero”). Nel 2013 l’Italia ha toccato, in quanto a pressione fiscale effettiva, il record mondiale: al netto del sommerso (17,3%) a quota 53,2%. Lo afferma l’Ufficio studi della Confcommercio secondo il quale sempre nel 2013, la pressione fiscale apparente è invece a quota 44,1% (laddove, cioè, il totale su cui insiste la percentuale contempla anche il Pil nascosto al fisco; analogamente, un Pil più alto perché contempla il “nero” abbassa la percentuale di deficit)).

Stima crescita Pil 2014 al ribasso, 0,3%. La Confcommercio rivede al ribasso le proprie stime del Pil nel 2014: 0,3% invece dello 0,5%. Per i consumi però la curva è in crescita grazie all’effetto del bonus di 80 euro. A fine 2014 per i commercianti la crescita sarà dello 0,2%, un decimo di punto in più rispetto alla previsione di due mesi fa. Nel 2015, sempre secondo la Confcommercio, il Pil crescerà dello 0,9% mentre i consumi si attesteranno allo 0,7%. Occhio però al rischio sfiducia che potrebbe innescare “revisioni al ribasso”.

Considerando il “nero”, più Pil a disposizione (1,7 mld). Grazie ai nuovi criteri di calcolo internazionale che prevedono l’inclusione dei redditi derivanti dalle attività illegali (prostituzione, traffico di stupefacenti, contrabbando) nel Pil, l’Italia si troverà a disposizione circa 1,7 miliardi di euro di maggiori risorse (1,68 mld). E’ quanto emerge da un’analisi dell’ufficio studi della Confcommercio secondo la quale, a livello europeo, le maggiori risorse disponibili sfioreranno i 22 miliardi (21,9 mld). “Le autorità nazionali e internazionali hanno pensato come utilizzare tale maggiori risorse?” si chiede Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi. “Ad esempio si potrebbe destinare 250-300 euro a testa per ciascuno dei sei milioni di italiani poveri assoluti”.