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Fisco, sono validi gli atti dei dirigenti decaduti

di Warsamé Dini Casali |10 Novembre 2015 9:27

Fisco, valgono le cartelle nulle dei dirigenti decaduti

ROMA – Gli avvisi o le cartelle firmati da dirigenti dell’Agenzia delle Entrate poi decaduti dopo la sentenza della Corte Costituzionale non sono “nulli”. Ricorrere a questo punto sarà assai difficile. La Corte di Cassazione, con sentenza del 21 ottobre scorso, mette così fine alla querelle nata in seguito alla decisione della Consulta del marzo scorso con la quale sono stati dichiarati illegittimi centinaia di dirigenti delle agenzie fiscali che erano stati promossi senza concorso.

Subito dopo la sentenza della Corte, molte associazioni dei consumatori avevano annunciato ricorso contro gli atti dell’Agenzia firmati da quei dirigenti e quindi sospetti di nullità. Ora la decisione dei giudici di Cassazione dovrebbe metter fine almeno a questo problema, ma non ancora a quello di trovare soluzione al problema dei dirigenti ‘illegittimi’ per i quali il Senato si sta attualmente adoperando con emendamenti del Pd alla Legge di Stabilità.

Dirigenti decaduti, soluzione parlamentare. L’emendamento a firma Santini (Pd) propone che “le agenzie fiscali possono attribuire, in numero non superiore a quello dei posti oggetto delle procedure concorsuali” previste «incarichi di responsabilità provvisoria di uffici dirigenziali non generali a funzionari della terza area delle agenzie stesse, in possesso del diploma di laurea, che abbiano maturato un’anzianità di almeno 5 anni nell’area di appartenenza”. Un altro  prevede che in via provvisoria si attribuiscono nuovamente le funzioni svolte e le retribuzioni percepite.

Accertamenti fiscali e cartelle validi. Dunque la Cassazione stabilisce che gli atti dell’Agenzia delle Entrate (accertamenti fiscali, cartelle, ecc) firmati da dirigenti poi ‘decaduti’ in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale sono comunque ‘validi’. I giudici della Suprema Corte, in questa decisione che interviene in una querelle che avrebbe potuto coinvolgere migliaia di atti dell’Agenzia, stabiliscono così il principio che la nullità degli atti deve comunque essere prevista per legge. E questo non è il caso degli atti contestati alle Entrate e che molte associazioni di consumatori hanno annunciato che avrebbero impugnato.

“Essendo la materia tributaria governata dal principio di tassatività delle cause di nullità degli atti fiscali, – scrive la Cassazione nella sentenza – e non occorrendo, ai meri fini della validità di tali atti, che i funzionari (delegati o deleganti) possiedano qualifiche dirigenziali, ne consegue che la sorte degli atti impositivi formati anteriormente alla sentenza della Corte costituzionale, sottoscritti da soggetti al momento rivestenti funzioni di capo dell’ufficio, ovvero da funzionari della carriera direttiva appositamente delegati (…) non è condizionata dalla validità o meno della qualifica dirigenziale attribuita per effetto della censurata disposizione”.

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