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Fmi, allarme disoccupazione: “Deve essere ridotta”

di Maria Elena Perrero |22 Marzo 2011 16:14

ROMA – La ripresa globale ”si è solidificata, ma la disoccupazione resta alta e va ridotta”: è l’allarme del Fondo Monetario Internazionale secondo cui la disoccupazione ”pone delle gravi sfide sociali ed economiche”.

Nella bozza del World Economic Outlook anticipata dall’ANSA, il Fondo avverte che ”i giovani affrontano particolari difficoltà”, e ricorda che ”circa 205 milioni di persone sono ancora in cerca di lavoro, ovvero 30 milioni in più dal 2007”. ”L’aumento della disoccupazione è stato molto forte nelle economie avanzate, nei paesi emergenti e in via di sviluppo l’elevato numero di senza lavoro tra i giovani è una particolare fonte di preoccupazione”.

L’Fmi indica ”tre linee di difesa” contro la disoccupazione: ”Le politiche macroeconomiche di sostegno, il risanamento del sistema finanziario e specifiche misure per il mercato del lavoro”. Tuttavia, secondo l’Fmi, ”c’è un bisogno urgente di accelerare la ristrutturazione e la ricapitalizzazione delle banche per rilanciare il credito alle piccole e medie imprese, che contano per la grande massa dei livelli di occupazione. Sussidi temporanei all’occupazione mirati a questo tipo di imprese – aggiungono gli economisti del Fondo – potrebbero aiutare a far ripartire le assunzioni”.

Secondo il Fondo comunque, ”dove la disoccupazione è aumentata per motivi strutturali o dove era elevata anche prima della crisi più ampie riforme del mercato del lavoro e dei prodotti sono essenziali per creare più posti di lavoro”. E gli economisti di Washington concludono affermando che ”il crescente peso della disoccupazione sui giovani pone dei rischi alla coesione sociale”.

Ripresa debole in Italia. La ripresa economica in Italia ”resterà debole, poiché i problemi di competitività di vecchia data comprimono la crescita delle esportazioni e il programmato consolidamento fiscale pesa sulla domanda privata”. L’Italia resta agli ultimi posti per crescita tra i paesi di Eurolandia, con un Pil 2001 atteso al +1%, superiore solo a Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna.

Il peso delle agitazioni in Nord Africa sulle materie prime. ”I prezzi delle materie prime sono rapidamente tornati a livelli alti”, per motivi legati a fattori ”strutturali, ciclici e speciali”, e le pressioni sui mercati ”restano elevate”. L’Fmi avverte che le agitazioni in Medio Oriente e nel Nordafrica ”potrebbero aggiungere ulteriore pressione al rialzo per i prezzi alimentari” e che ”le prospettive per i mercati petroliferi restano piuttosto incerte”.

”Con i prezzi del petrolio compresi in un range tra i 105 e i 110 dollari al barile, la crescita sarà moderatamente più bassa”. L’Fmi – la cui analisi è antecedente al terremoto del Giappone e, soprattutto, allo scoppio della crisi libica – avverte che ”i rischi al ribasso per la crescita provenienti dall’offerta di petrolio sono aumentati” e stima una crescita globale al 4,4% quest’anno e al 4,5% il prossimo, senza alcuna variazione rispetto alle previsioni riviste a gennaio scorso.

Fiducia nelle banche da ricostruire con nuovi stress test. ”E’ necessario ristabilire una maggiore fiducia nelle banche dell’area euro attraverso stress test ambiziosi e programmi di ristrutturazione e ricapitalizzazione. Per rafforzare la fiducia nel sistema bancario di Eurolandia – rimarca ancora l’Fmi in un altro paragrafo del rapporto – è importante un nuovo round di forti, ampi e trasparenti stress test, sostenuti da programmi di ristrutturazione e ricapitalizzazione”. Secondo il Fondo, infatti, ”questo è essenziale per rompere il loop negativo tra l’instabilità del settore bancario e di quello del debito sovrano e per ricostruire la competitività”.

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