Fmi, previsioni nere per economia globale. Italia peggiore tra i Paesi avanzati

Pubblicato il 9 Ottobre 2012 - 00:23 OLTRE 6 MESI FA
Christine Lagarde (Foto Lapresse)

WASHINGTON – Il Fondo Monetario Internazionale taglia le previsioni del Pil italiano: quest’anno si attende una recessione del 2,3% in termini di Pil, che diminuirà di un altro 0,7% nel 2013.

Nel World Economic Outlook l’Fmi sottolinea come si tratti, sia per il 2012 sia per il 2013, di revisioni in peggio dello 0,4% rispetto alle stime sull’Italia dello scorso 16 luglio.

Quello italiano sul 2012 è il dato peggiore tra i Paesi avanzati, rispetto a tutta l’area euro è invece la terza recessione più forte dopo quella della Grecia (-6%) e del Portogallo (-3%).

Se il Pil diminuisce aumenta invece la disoccupazione: dall’8,4% medio del 2011 al 10,6% di quest’anno. E secondo l’Fmi subirà un ulteriore aggravamento nel 2013, toccando l’11,1 per cento.

Cattive le previsioni generali ull’area euro: ad un 2012 di recessione seguirà un 2013 quasi senza crescita. Il Pil dell’eurozona è previsto in calo dello 0,4% nel 2012, e di un altro 0,2% nel 2013.

Se in Germania i tassi di crescita sono bassi ma ci sono, con un aumento dello 0,9% sul 2012 e sul 2013, in Grecia dopo un Pil in calo del 6,9% nel 2011 ci sarà un ulteriore calo del 6% nel 2012 e del 4% nel 2013. Con una disoccupazione che non accenna a fermarsi, tanto da raggiungere, secondo l’Fmi, il 23,8% nel 2012 e il 25,4% nel 2013. In Spagna, invece, si passerà dal 24,9% di quest’anno al 25,1% nel 2013. Madrid vedrà il Pil passare dal meno 1,5% di oggi al meno 1,3% dell’anno prossimo.

Anche il Portogallo vedrà il Pil calare del 3% nel 2012 e di un altro 1% nel 2013. In controtendenza l’Irlanda, che quest’anno segna una crescita dello 0,4% destinata ad aumentare all’1,4% nel 2013.

Ma è in generale la crescita dell’economia mondiale che si è indebolita. La ripresa è prevista solo alla fine del 2013. La disoccupazione nelle economie avanzate è inaccettabile, osserva del resto l’Fmi, mettendo in guardia anche dai rischi che potrebbero derivare dalle tensioni sociali. Un elemento che l’Ue deve tenere presente perché potrebbe complicare ancora di più la situazione.

L’unica chance per l’Europa, sostiene l’Fmi, è la creazione di un’unione bancaria, di una garanzia paneuropea sui depositi bancari, una ancora maggiore integrazione delle politiche di bilancio. In sostanza si tratta della road map individuata dalla Bce che potrebbe portare, secondo alcuni analisti, ad una discesa dello spread di circa 200 punti nel corso del 2013.

In ogni caso, mette in guardia Olivier Blanchard, capo economista del Fmi, Madrid e Roma, le più dirette interessate ad un discesa dello spread, devono proseguire sulla via del risanamento cercando di ritrovare la strada della competitività ed eventualmente ricapitalizzando le banche senza intaccare il livello del debito.