Fmi: “Un’impresa italiana su tre non riesce a pagare i debiti”

Fmi: "Un'impresa italiana su tre non riesce a pagare i debiti"
Christine Lagarde, direttore dell’Fmi (Foto Lapresse)

NEW YORK –  Un’impresa italiana su tre non riesce a pagare i debiti alle banche: è il nuovo allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale, che sottolinea come le banche di tutto il mondo abbiano ormai ridotto la propria esposizione all’Italia, alle banche e alle imprese italiane. Un’Italia abbandonata a se stessa è quella che viene fuori dal rapporto dell’Fmi, in cui si evidenzia anche che uno shock isolato in Italia avrebbe effetti limitati sulle banche globali. Ma ormai gli istituti internazionali hanno per lo più lasciato l’Italia: la loro esposizione è scesa del 50% fra il 2008 e il 2012, rappresentando circa un quarto del Prodotto interno lordo italiano.

FAMIGLIE – Se le imprese vanno va male va meglio a famiglie e banche. Le prime, nonostante il calo dei redditi, hanno un debito basso e i loro rischi sono “mitigati dal considerevole patrimonio netto”. Chi ha bassi redditi e i giovani hanno una quota sempre minore della ricchezza, ribadisce l’Fmi. Fa da cuscinetto la casa: un calo sensibile dei prezzi aumenterebbe i rischi.

BANCHE – Secondo l’Fmi le banche italiane sono in grado di “incassare” sia le difficoltà attuali sia quelle potenziali future in caso di scenari avversi, come hanno dimostrato gli stress test di solvibilità.

COMPAGNIE DI ASSICURAZIONI – Il settore assicurativo italiano risente delle condizioni economiche dell’Italia. Soprattutto il settore vita potrebbe trovarsi a far fronte a stress di liquidità e invitando ad agire contro le frodi nel settore non vita per farlo tornare a essere redditizio.

Citando la fusione tra Unipol e Fonsai l’Fmi sottolinea che il “successo della fusione in corso fra due maggiori società è essenziale per il mercato assicurativo”. Il suo successo o fallimento potrebbe avere un impatto sostanziale sul mercato data l’entità della transazione, oltre che sulla credibilità dell‘Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni.

MPS – Parlando di Monte dei Paschi di Siena, l’Fmi sostiene che la visione del mercato su Mps resta debole e ”contamina la percezione sulle altre banche italiane. Gli spread sui cds (gli strumenti finanziari di copertura dei rischi) di Mps, e in modo minore di Banco Popolare, sono rimasti alti nel 2013, mentre quelli delle altre banche sono in calo dal 2012 con gli spread sui cds del debito sovrano che si sono stabilizzati”.

 

 

 

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