Fmi: “Nel 2011 ripresa a due velocità, per Ue difficili aggiustamenti”

Pubblicato il 30 Dicembre 2010 - 16:07 OLTRE 6 MESI FA

“Non c’è alcun dubbio che diversi paesi in Europa si troveranno ad affrontare lunghi e difficili aggiustamenti macroeconomici”. Lo afferma il capo economista del Fondo monetario internazionale (Fmi), Olivier Blanchard, in un’intervista a Imf Survey, sottolineando come “ad eccezione della Grecia, le difficoltà di bilancio sono il risultato di un grande recessione non di un atteggiamento fiscale irresponsabile”.

Secondo Blanchard, dunque, altri Paesi dell’eurozona, oltre alla Grecia e all’Irlanda, avrebbero bisogno di essere aiutati dall’Fmi e dall’Unione europea nella loro lotta contro l’aumento del debito pubblico, anche perché a dominare il 2011 sarà ancora “una ripresa economica a due velocità, con una crescita debole nelle economie avanzate appena sufficiente a ridurre la disoccupazione e le economie emergenti alle prese con le sfide poste dal successo, incluso come evitare un surriscaldamento della loro economia e gestire i flussi di capitale”.

Olivier Blanchard aggiunge che i paesi devono continuare a concentrarsi su come ribilanciare le proprie economie nei prossimi anni, inclusi misure strutturali e aggiustamenti dei tassi di cambio: “Senza un ribilanciamento – afferma – non ci sarà una ripresa salutare”.

“Ad eccezione della Grecia – afferma Blanchard –  le difficoltà di bilancio sono il risultato di una grande recessione e non di un atteggiamento irresponsabile. Possono i paesi raggiungere una sostenibilità di bilancio? Possono farlo ma qui un altro mantra del Fmi va ripetuto: quello che è essenziale non è quanto siano drammatici i tagli, ma gli obiettivi di medio termine, un credibile piano per la stabilizzazione del debito ed eventualmente una riduzione del debito. Possono i paesi – si chiede il capoeconomista dell’Fmi – fare questo per conto loro? Capisco completamente la riluttanza a chiedere di partecipare al programma dell’Unione Europea e del Fmi. Ma questi programmi possono aiutare in due modi: in primo luogo mettere un tetto ai tassi di interesse ai quali il governo può finanziarsi; in secondo luogo anche se nell’ambito di tali programmi non viene chiesto a un paese di fare di più di quanto non avrebbe fatto da solo, questi rafforzano la credibilità di questi impegni e rassicurano i mercati”.