Fmi: la spesa pubblica italiana cala sotto il 50% del Pil

ROMA – Le spese pubbliche italiane nel 2011 si attesteranno al 49,8% del Pil, scendendo dal 50,5% del Pil dello scorso anno. L’Italia torna anche ad avere un avanzo primario dello 0,2% del Pil (lo scorso anno era negativo per 0,2% del Pil) che crescerà all’1,2% nel 2012 fino a raggiungere il 2,4% nel 2016. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che la spesa pubblica italiana si ridurrà negli anni: nel 2012 al 48,9% del pil, nel 2013 al 48,6% per poi scendere al 48,3% l’anno successivo e attestarsi al 47,9% nel 2016.

La Francia, fra i Paesi del G7, è quello con le spese pubbliche maggiori dell’Italia, con il 55,9% del Pil a fronte del 45,7% della Germania e del 42,0% del Canada. Gli Stati Uniti hanno una spesa pubblica al 41,2% del Pil e il Regno Unito al 45,9%.

I rischi per la sostenibilità di bilancio restano elevati: il debito è in aumento nelle economie avanzate, dove in media supererà il 100% ”per la prima volta dal Dopoguerra” con necessità di rifinanziamento ai massimi storici. ”E’ essenziale per le economie avanzate avviare da ora progressi annuali per riportare il debito a livelli più prudenti”. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che nelle economie avanzate è ”necessario accelerare l’adozione di misure di risanamento dei conti”. Fra i rischi il Fmi cita la trasparenza, la sanità e le scadenze elettorali.

I conti pubblici italiani sono deteriorati meno di altri paesi. Lo ha detto Carlo Cottarelli, responsabile del dipartimento fiscale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), sottolineando che i target fissati dal governo sono appropriati e che il deficit 2010 è più basso di quanto inizialmente stimato e questo aiuterà gli aggiustamenti. ”Il debito italiano – ha invece aggiunto – è per tradizione alto”.

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