Dei 103 miliardi dalla Ue, 30 sono tedeschi, 20 francesi, 10 spagnoli…

ROMA – La solidarietà della Ue verso l’Italia è stata quantificata in 103 miliardi di euro, arrivati a cavallo tra il 2011 e il 2012. Ce li ha messi la Bce che per l’Italia ha aperto il portafogli più di quanto abbia fatto per Spagna, Portogallo, Irlanda. Ma dietro la Bce ci sono i contribuenti europei: 30 miliardi li hanno messi i tedeschi, venti i francesi, quasi 10 olandesi e spagnoli.

Gli analisti della Deutsche bank fanno notare che, con debito alto e crescita ferma, la situazione italiana non è destinata a migliorare nel breve periodo. Soprattutto se, come prevedibile, dalle urne non uscirà un governo con una maggioranza tale da potersi permettere di affrontare grandi riforme strutturali. “Dopo un decennio perduto in termini di riforme strutturali, il governo uscente aveva giusto appena iniziato un processo preliminare per affrontare alcune di queste questioni”, si legge in un rapporto. “Crediamo che un governo stabile e favorevole alle riforme sia una pre-condizione necessaria per spezzare il circolo vizioso di bassa crescita e alto debito pubblico”.

Scrivono invece gli analisti di Independent Strategy: “In contrasto con Madrid, l’Italia è virtualmente priva di riforme, priva di crescita e, al meglio, stagnante in termini politici. Dopo la chirurgia subita dalle banche spagnole (gli aiuti europei, ndr), le banche italiane sono il malato d’Europa praticamente su ogni parametro. Con Monti abbiamo visto la situazione migliore per i titoli di Stato di Roma. Ciò che verrà dopo, sarà peggio”.

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