Fonsai: cda Premafin su proroga offerta fondi

MILANO, 9 MAR – Sembra a tratti un romanzo d'appendice, ha ironizzato l'ad di Unipol nei giorni scorsi e, se non fosse per la serieta' della vicenda, sarebbe forse la miglior definizione per il riassetto del gruppo Fondiaria Sai, dove la situazione e' in continua evoluzione e per ora l'unico punto fermo sembra essere l'assemblea del 19 marzo per l'approvazione dell'aumento di capitale. Continuano frenetici gli incontri. In tarda serata Premafin ha riunito il suo cda. Una breve riunione, all'indomani della proroga dell'offerta presentata da Sator e Palladio, per fornire – secondo quanto si apprende – un'informativa ufficiale alle banche (Pur non essendo in cda e' stata vista uscire, insieme ai consiglieri anche Jonella Ligresti, ndr).

Nel pomeriggio invece in un'altra sede del gruppo, presenti il presidente e amministratore delegato Premafin Giulia Ligresti e il presidente Fonsai Jonella Ligresti, si e' recato anche Federico Imbert del Credit Suisse, istituto che e' tra le banche del consorzio di garanzia per l'aumento di capitale e – in momenti diversi – anche Claudio Calabi, vice presidente di Sinergia, la holding a monte della catena di controllo, come Premafin impegnata in un processo di ristrutturazione del debito. ''Io non parlo mai, sapete che sono della vecchia scuola'', ha detto il presidente onorario di Fondiaria Sai, Salvatore Ligresti, a chi gli chiedeva che cosa cambia ora, dopo la proroga di Sator e Palladio dell'offerta di ricapitalizzazione di Premafin fino al 22 marzo. Stanca dei rumors, la famiglia ha addirittura sentito l'esigenza di diffondere una nota in cui precisa che ogni comunicazione ''avverra' per via ufficiale'', e ''diffida chiunque dal diffondere notizie qualificandosi come 'fonti vicine alla famiglia''', preoccupandosi anche delle possibili reazioni del mercato.

Oggi in Borsa Fonsai ha perso l'1,99%, Premafin il 4,84%, e Unipol il 2,14 per cento. C'e' chi si attende battaglia in assemblea, anche se nel comunicato in cui annunciavano la loro offerta Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo precisavano di voler supportare la ricapitalizzazione e il rilancio della compagnia con un iniezione di capitale da 450 milioni di euro. Mancano ancora dieci giorni alla riunione dei soci e non sono esclusi nuovi colpi di scena, forse anche per questo Sator e Palladio si sono lasciati una via d'uscita e, nel comunicare la proroga della loro offerta, si sono riservati la facolta' di recedere anticipatamente. Intanto i due pretendenti mostrano i muscoli in quella che sembra l'inizio di una battaglia a colpi di carte bollate, con il parere legale dello studio Rcc che affianca le banche, e il richiamo di Sator e Palladio all'articolo 2.409 del Codice Civile, che prevede la denuncia al Tribunale per gravi irregolarita' nella gestione.

I due fondi, che lo hanno invocato per spingere Premafin a valutare la loro offerta, non risultano avere il 5% del capitale, ma i provvedimenti previsti da questo articolo possono essere adottati anche su richiesta del collegio sindacale, del consiglio di sorveglianza o del comitato per il controllo sulla gestione o dal pubblico ministero. Quel richiamo e' arrivato per conoscenza anche alla Consob che, nell'ambito dei suoi accertamenti, starebbe valutando anche questi nuovi sviluppi, per capire se si tratta di un richiamo generico o di altro. Non sposta nulla invece il rilievo dell'Isvap sul concerto tra Sator e Palladio in relazione a Fonsai, la compagnia di cui i due fondi detengono complessivamente l'8% del capitale. Era peraltro atteso dopo l'offerta congiunta presentata su Premafin.

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