Fontana: "Lavorare anche sabato e domenica per scaglionare rischi e disagi" Fontana: "Lavorare anche sabato e domenica per scaglionare rischi e disagi"

Fontana: “Lavorare anche sabato e domenica per scaglionare rischi e disagi”

ROMA – Non ha subito nessuna pressione dal suo capo Salvini: prova a difendersi il presidente della Regione Lombardia Fontana. L’accusa è nota: dobbiamo credere al presidente superrigorista fino a poche ore fa o al presidente che ora vorrebbe riaprire le scuole già a maggio? Cos’è cambiato nel frattempo, visto che i morti continuano a contarsi a centinaia?

In ogni caso, la “via lombarda alla libertà”, come modestamente chiama la fase 2, passa da una interpretazione creativa della delicata transizione. Per una ripartenza in sicurezza delle attività produttive c’è l’ipotesi di spalmare il lavoro non su cinque ma su sette giorni.

Una proposta ragionevole (ma non sappiamo cosa ne pensiono lavoratori e sindacati): in pratica si lavora tutta la settimana, sabato e domenica compresi, in modo da frazionare con più agio l’inevitabile riorganizzazione del lavoro e delle attività, distribuendo su più giorni il carico dei disagi e gli inevitabili colli di bottiglia (si pensi agli accessi contingentati in metro o sui treni).

“Scaglionare il lavoro magari su 7 giorni anziché su 5, con orari di inizio diversi per evitare l’utilizzo eccessivo dei mezzi pubblici in determinate fasce”, ha spiegato  Fontana parlando in Consiglio regionale. “Sono tante le proposte degli gli scienziati e dei tecnici che siederanno con noi domani al Tavolo dello Sviluppo”, ha aggiunto Fontana.

Che nel frattempo ha bocciato la cosiddetta “patente di immunità ” (meglio lo screenig capillare), stabilizzato 2500 tra medici e infermieri che hanno dato la disponibilità a lavorare durante l’emergenza, accettato la cabina di regia del Governo per la fase due (sabato o domenica gli incontri). 

Gestione cookie