PARIGI – Quasi novecento fabbriche chiuse, e centomila posti di lavoro persi in 3 anni. E' l'amaro bilancio dell'industria francese, tracciato da uno studio realizzato dall'osservatorio Trendeo per il quotidiano Les Echos.
Il settore che ha piu' rallentato, secondo la ricerca, e' quello dell'automobile, che da solo ha perso oltre 30.000 posti di lavoro, seguito dalla farmacia, dall'high tech, dalla chimica e dalla metallurgia. Sono invece rimasti creatori netti di impiego settori come l'aeronautica, l'agroalimentare e il lusso, le cui imprese sono tra quelle che hanno meno subito l'impatto della crisi.
L'anno peggiore per l'industria d'Oltralpe e' stato il 2009, con ben 400 annunci di chiusure di siti industriali, oltre la meta' degli 880 recensiti negli ultimi 36 mesi. Nello stesso arco di tempo, sono stati contati 494 annunci di realizzazione di nuovi siti industriali, il che porta il bilancio complessivo in negativo. ''La Francia – sintetizzano gli autori dello studio – conta oggi circa 385 fabbriche in meno rispetto all'inizio del 2009''.
E il futuro non sembra migliore. ''Il 2012 si annuncia difficile – afferma l'osservatorio – la ripresa dei progetti, e delle assunzioni, constatata a partire dalla primavera 2010, si e' interrotta gia' da molti mesi''.
Una situazione che sta riportando l'industria e la sua preservazione al centro del dibattito politico d'Oltralpe, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Tanto che l'invito a ''comprare francese'' per tutelare l'economia in tempo di crisi si e' trasformato, nelle parole del presidente Nicolas sarkozy, ma anche di alcuni suoi rivali come il centrista Francois Bayrou, in un invito a ''produrre francese'', evitando la delocalizzazione dei siti industriali.