Friuli Venezia Giulia: supermercati aperti a Pasquetta nonostante divieti, multe e scomuniche

Friuli Venezia Giulia: supermercati aperti a Pasquetta nonostante divieti, multe e scomuniche
Friuli Venezia Giulia: supermercati aperti a Pasquetta nonostante divieti, multe e scomuniche

ROMA – Friuli Venezia Giulia: supermercati aperti a Pasquetta nonostante divieti, multe e scomuniche. Nonostante lo stop imposto alle aperture nei giorni di festività dalla regione Friuli Venezia Giulia, nonostante le agitazioni sindacali, le scomuniche della Chiesa, la contrarietà di Beppe Grillo e Di Maio, supermercati e ipermercati sono rimasti aperti a Pasquetta.

I supermercati del Città Fiera, del Bennet – di Pradamano, Sacile e Ronchi dei Legionari –, del Carrefour di Tavagnacco, di 24 Despar (di cui però 10 in località turistiche e quindi esentate dalla serrata) del Fvg, della Pam di Pordenone, del Panorama di Udine (viale Venezia), di Lidl ed Eurospar a Monfalcone.

Non avevano paura di incorrere nelle sanzioni, delle multe? No, segnala Il Messaggero Veneto. Gli incassi, suggerisce il quotidiano, dei giorni di festa ripagano ampiamente le molto eventuali sanzioni. La legge regionale Bolzanello prevede sanzioni commisurate alla grandezza dei supermercati, ma le società che gestiscono i supermercati hanno deciso ugualmente di sfidare la legge, non solo perché come abbiamo visto gli conviene, ma anche perché la stessa associazione di categoria (Federdistribuzione) ha tranquillizzato gli associati. Quella della regione – dice in sostanza Federdistribuzione – è una norma che non regge la prova costituzionale perché viola la legislazione nazionale.

Per i negozi fino a mille e 500 metri quadrati, nel dettaglio, le sanzioni variano da un minimo di 6 mila a un massimo di 15 mila euro. Se l’esercizio commerciale, invece, è compreso tra i mille e 500 e i 5 mila metri quadrati questa somma passa da 10 mila a 24 mila euro, mentre per tutti quelli di dimensioni maggiori la possibile sanzione può arrivare sino a 35 mila euro e comunque non può essere inferiore ai 15 mila. Cifre che vengono aumentate di un terzo – con possibile sospensione dell’attività da 7 a 30 giorni – in caso di recidiva, ma che non riescono a scoraggiare i punti vendita di dimensioni maggiori. (Mattia Pertoldi, Il Messaggero Veneto)

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