Frutta e verdura costano il 18,5% in più: il maltempo nei portafogli Frutta e verdura costano il 18,5% in più: il maltempo nei portafogli

Frutta e verdura costano 18,5% in più: il maltempo nei portafogli

Frutta e verdura costano il 18,5% in più: il maltempo nei portafogli
Frutta e verdura costano 18,5% in più: il maltempo nei portafogli (foto Ansa)

ROMA – Frutta e verdura o meglio vegetali freschi costano oggi il 18,5 per cento di più di quanto li pagavamo nello stesso periodo dello scorso anno. Da inverno 2018 a inverno 2019 quasi il 20 per cento di più nei prezzi.

Era cominciata qualche settimana fa ma il consumatore non se n’era ovviamente accorto. Era cominciata con l’impennata dei prezzi all’origine. Esempi: cavolfiori più 90 per cento, indivia più 82 per cento, lattughe più 63 per cento, carciofi più 59 per cento, finocchi addirittura più 116 per cento.

Ora la corsa dei prezzi dei vegetali freschi è arrivata sui banchi dei supermercati e dei negozi, si è tradotta in quel quasi 20 per cento in più del prezzo finale. E’ il maltempo che arriva nei portafogli. Maltempo che ha danneggiato colture e che si trasferisce a danneggiare bilanci mensili o a infastidire abitudini alimentari. maltempo che si scarica nel cosiddetto carrello della spesa.

Già, il carrello della spesa. Quanta è davvero l’inflazione (la perdita del potere d’acquisto di salari, stipendi, pensioni, insomma del reddito fisso). Su base generale e conteggiando tutte le voci di spesa l’inflazione a inizio 2019 è dello 0,9 per cento. Relativamente poca cosa. Ma se si conteggiano gli aumenti relativi al cosiddetto carrello della spesa, cioè alimentari e prodotti per la casa, l’inflazione a inizio 2019 è del 2,1 per cento. Un valore quasi triplo rispetto al quello dell’inflazione generale.

Già, perché l’inflazione è una tassa per nulla flat, per nulla piatta. La percentuale dell’inflazione non è per nulla uguale per tutti. Se guadagni cento e per il cibo spendi venti, allora un più 2 per cento del costo del cibo si mangia 0, 4 per cento del tuo reddito. Se invece guadagni 300 e per il cibo spendi venti, un più due per cento del costo del cibo si porta via 0,1 per cento del tuo reddito. L’inflazione e soprattutto l’inflazione sui consumo cosiddetti anelastici (carburanti, energia) e quella sui beni di largo consumo (alimentazione, sanità) colpisce in proporzione molto più i redditi bassi. Anzi si può dire senza tema di smentite che l’inflazione colpisce i redditi in maniera inversamente proporzionale all’entità dei redditi.

Inflazione che negli ultimi decenni del secolo scorso in Italia ha viaggiato alla per velocità del 15/20 per cento annuo. Ma ce lo siamo dimenticato. Dimenticato al punto che molti politici e propagandisti e giornalisti pop oggi narrano quei tempi come l’età dell’oro in cui il popolo stava al caldo  e al sicuro. Al caldo e al sicuro con salari, stipendi e pensioni che perdono il 25/20 per cento annuo di potere di acquisto? La raccontano così… 

Fonte: La Repubblica.

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