Frutta e verdura: effetto coronavirus, il costo sale. Produttori: è speculazione

Che costano di più, ce ne siamo accorti al mercato o al supermercato, ma gli aumenti sul prezzo degli ortaggi sono giustificati dalla doppia emergenza sanitaria e climatica?

Lockdown e clima impazzito hanno inciso sul prezzo al consumatore di frutta e verdura, mettiamoci la penuria di manodopera, il cattivo tempo a giugno e luglio…

Ma se degli aumenti i produttori nemmeno se ne accorgono, qualcuno avrà speculato nel tratto intermedio tra produttore e consumatore. Dalle parti della grande distribuzione.

Prezzo frutta e verdura, meno di un terzo ai produttori

Coldiretti conferma. 

“Meno di 1/3 dei prezzi di vendita al consumo dell’ortofrutta finisce agli agricoltori che spesso non riescono neppure a coprire i costi di produzione”.

Coldiretti è costretta a descrivere uno scenario drammatico.

“Dove al danno si aggiunge la beffa di compensi al di sotto dei costi di produzioni a causa di distorsioni e speculazioni nella distribuzione del valore dal campo alla tavola per la gran parte degli ortaggi.

Con i centesimi pagati ai produttori che diventano euro per i consumatori”.

Per il Piemonte, la Stampa cita i dati Istat che a giugno evidenziano l’andamento negativo dell’inflazione su base annua.

L’incremento medio è dell’8%, con punte del 20% sulla frutta estiva, come pesche, nettarine e albicocche. Le ciliegie, invece, hanno registrato un più 10%.

Basta confrontare i listini prezzi del centro agro alimentare di Torino di questo mese e di agosto dell’anno scorso per comprendere il peso degli aumenti.

Lockdown e clima impazzito

Coldiretti, nel commentare la situazione, segnala il persistere di una situazione di eccezionale gravità.

“Da una parte ci sono gli effetti della crisi economica generata dal coronavirus, dall’altra le conseguenze del clima impazzito.

Con il moltiplicarsi di eventi estremi come gelo, grandine, nubifragi, siccità e caldo torrido che compromettono le produzioni di frutta e verdura. E provocano la perdita del lavoro di un intero anno in molte aziende agricole”. (fonti La Stampa, Ansa)

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