Negli ultimi mesi, vista la crisi del settore automobilistico provocata da un calo vistoso di immatricolazioni che sta colpendo l’Europa con Francia e Germania in primis, si torna a parlare di una possibile fusione tra Stellantis e Renault.
Pur essendo stata subito smentita, l’unione tra i due grandi gruppi automobilistici sarebbe un’operazione mastodontica che verrebbe benedetta dal governo francese che detiene azioni sia in Stellantis, sia in Renault. La fusione provocherebbe però anche gravi ripercussioni occupazionali probabilmente marginalizzando il peso di alcune fabbriche come quelle italiane che sono già alle prese con cassa integrazione e chiusure.
Perché si parla di fusione Stellantis-Renault
Della fusione si parla per varie ragioni. La prima è che si cerca un erede di Carlos Tavares al timone di Stellantis. La seconda è l’allarme sugli utili delle aziende automobilistiche europee: il settore si trova infatti in un periodo sempre più incerto dovuto dalla transizione energetica, all’impatto dei nuovi limiti alle emissioni e all’intensificazione della concorrenza cinese sull’elettrico. Per comprendere l’entità della crisi che stanno vivendo le case automobilistiche, nella giornata di ieri Stellantis ha rivisto a ribasso gli utili perdendo il 15 per cento del valore in borsa.
L’italiano Luca de Meo è l’amministratore delegato della Renault e presidente dell’associazione dei costruttori. Come spiega Quattroruote, de Meo “ha più volte indicato la necessità di aumentare il coordinamento e la collaborazione tra i costruttori, creando magari una sorta di grande consorzio paneuropeo (sulla falsariga di quanto avvenuto in campo aeronautico con l’Airbus) per abbattere i costi e rendere sostenibile la produzione di piccole elettriche in chiave anti cinese”.
Il manager italiano potrebbe essere il timoniere del nuovo maxi-gruppo una volta avvenuta la fusione. E c’è chi immagina che nella partita possa entrarci anche Bmw. Come spiega infatti Il Sole 24Ore, il prossimo 15 ottobre, nell’ambito del Salone dell’Auto di Parigi, è prevista una tavola rotonda con la presenza di de Meo, Tavares e Oliver Zipse, amministratore delegato della casa tedesca. Più che un incontro per definire una fusione potrebbero però essere solo un incontro per parlare della crisi del settore.
Ad essere contrario alla fusione è Carlos Tavares che non vede di buon occhio il dover integrare 18 marchi tra loro concorrenti. Marchi presenti anche sul mercato Usa grazie a Stellantis. A non essere favorevoli alla fusione sono anche le parti sociali che si troverebbero a gestire decine e decine di fabbriche e che sono alle prese, in queste settimane, con la chiusura di alcuni stabilimenti presenti sul territorio europeo come sta succedendo, per la prima volta nella storia del marchio, alla Volkswagen in Germania.