In nome del gas. South Stream vs Nabucco: la posta in gioco e le preoccupazioni Usa

Da una parte ci sono i russi di Gazprom con l’Eni, la Turchia ed Edf. Dall’altro c’è il piano incoraggiato da Stati Uniti e Unione europea. Tra South Stream e Nabucco nella sfida del gas il primo sta per portare avanti risultati tangibili: nel 2015 dovrebbe essere pronto e a posare i primi tubi del condotto parteciperanno oltre ai francesi Edf stanno per entrare anche i tedeschi.

Già nel 2012 la compagnia Serbijagas, vicina a Gazprom, si prepara ad avviare i cantieri. Mentre il Nabucco aggira la Russia e collega Turchia e Austria passando dal Caspio, il vantaggio del progetto South Stream è di saltare Ucraina e Bielorussia e guardare direttamente all’Europa dalla Russia con un gasdotto che per 900 chilometri passa nelle acque turche del Mar Nero fino al porto bulgaro di Varna fino a tutto il vecchio Continente.

Sullo sfondo delle rivelazioni di Wikileaks e delle ormai pubbliche preoccupazioni americane c’è proprio questa importante partita economica che cambia gli equilibri sullo scacchiere internazionale. L’Europa e l’Asia sono coinvolte e la Russia fa da burattinaio: ecco perché per gli americani è fondamentale capire cosa ci sia dietro l’amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin.

Il gas tira in ballo tutte le questioni più spinose nel continente dopo il crollo del Muro di Berlino e coinvolge gli equilibri delicati che coinvolgono i Balcani, l’Iran, l’Afghanistan e soprattutto la Turchia, con il suo doppio gioco nei confronti dell’Europa e degli altri Paesi islamici.

Secondo il Sole 24 Ore “quella del presidente del consiglio è una diplomazia privata, degli “amici” e degli affari – a volte non trasparenti, come sostiene il rapporto di Spogli – degli incontri riservati, sotto una tenda con Gheddafi o in un dacia di Putin, non quella dei “comuni” leader mondiali. È singolare però che in Italia sia stato quotidianamente tallonato per i suoi guai con giudici ed escort ma pochissimo interpellato sulle scelte strategiche. Ma ci sono delle ragioni storiche e attuali: la politica energetica dell’Eni, sin dai tempi di Mattei, è stata quella dell’Italia, coinvolgendo per adesione convinta o per interesse gran parte delle formazioni politiche, che ne hanno tratto dei vantaggi”.

Il punto è che gli americani hanno lasciato fare, ma ora il gigante di Mosca vuole tornare di nuovo con un ruolo centrale, e lo strumento questa volta è il gasdotto. Nel derby con il Nabucco l’Italia ha interessi che vinca il South Stream vista la posta in gioco: esso trasporterà 60 miliardi di metri cubi di gas all’anno, il Nabucco 30.

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