Gas, stop alle tutele. Si è chiuso oggi, mercoledì 10 gennaio 2024 – definitivamente – il “paracadute” del mercato tutelato del gas. Quasi 6 milioni di famiglie passano al cosiddetto “mercato libero”; tradotto in soldoni significa bollette più care. Secondo Arera, cioè l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (una Autorità amministrativa indipendente della Repubblica italiana (sede a Milano, 228 impiegati, bilancio di 75 milioni di euro), quasi il 70% degli utenti era già nel mercato libero.
Cioè per i soggetti più fragili. Ovvero: gli over 75, disabili, soggetti con condizioni svantaggiate. Si tratta di 4,5 milioni di utenti che restano nel mercato tutelato sia del gas che della luce. È il prezzo da pagare ad una liberalizzazione avviata nel 1999 (governo Prodi, ministro Bersani), completata nel 2015 (esecutivo Renzi), più volte rimandata fino all’ultimo diktat della UE al governo Meloni, con l’energia finita tra i requisiti per i fondi del Pnrr.
È bene consultare il sito di Arera dove è presente un “comparatore dei prezzi” affinché chiunque possa scegliere il gestore più adatto, in base alle proprie necessità e ai consumi e verificare le nuove tariffe. I fornitori tuttavia non cambieranno, ma sarà applicata la “tariffa Placet”, cioè un prezzo libero a condizioni equiparate di tutela (durata indeterminata, fatta sempre salva la facoltà di recesso del cliente).
Come era prevedibile chi ha sondato le nuove proposte, ha riscontrato quasi sempre un aumento dei costi. Secondo il Codacons, che trova “ più conveniente il prezzo variabile rispetto al fisso”, la bolletta media del gas si attesta a 1.905 annui rispetto alla bolletta media del mercato tutelato. E così la spesa in media sale di 242,28 euro a famiglia su base annua. Sul sito di Arera sono arrivate centinaia di proposte. Con il mercato libero Assoutenti ha verificato che le tariffe più care si trovano a Roma e in generale nelle città del sud. Quelle più convenienti, invece, sono a Milano, Trento, Trieste e Bolzano. Ma per il Codacons si tratta di un risparmio fittizio, considerando che eventuali aumenti futuri si ripercuoteranno sulle tariffe.