MILANO – Generali senza pace, con una doppia stoccata questa volta del presidente Luxottica Leonardo Del Vecchio. Una settimana fa l’imprenditore agordino si era dimesso dal consiglio di amministrazione del Leone affermando di non poter incidere sulle scelte strategiche dell’azienda.
Ora precisa: ”Il presidente Cesare Geronzi non c’entra niente” con quelle dimissioni, ”anche perché non è che conti molto ormai”. I manager di Trieste, invece, ”hanno il potere” e ora ”non è che possono scaricare la colpa sugli altri”.
Per ora terrà, spiega, la sua quota di poco sotto il 2% del Leone: ”Aspetterò che salga un po’, sperando. Magari mi direte ‘muore sperando’… Pazienza. Saranno i miei eredi”. Ma è soprattutto ai vertici delle Generali che si rivolgono le esortazioni dell’imprenditore.
Nel Leone ”il management ormai è diventato il capo azienda – dice -. Sono loro l’azienda ormai. Non è che possono scaricare la colpa sugli altri. I manager hanno il potere e hanno la possibilità di fare quello che decidono di fare. Che Geronzi sia antipatico a tanti, può anche darsi, ma in questo caso non c’entra”. La ‘tregua’ sulla compagnia di Trieste era saltata già domenica, con il nuovo affondo di Diego Della Valle dopo alcune dichiarazioni fatte da Geronzi a margine dei lavori del Forex a Verona. Esternazioni, che per il patron della Tod’s non permetterebbero ”di procrastinare oltre le decisioni che vanno prese in termini di strategia di comunicazione, e non solo di quello, decisioni concrete che mettano fine a questo operato”.
L’imprenditore marchigiano sembra insomma aver alzato ancora il tiro su Geronzi. Un nuovo giro d’orizzonti è atteso ora tra un paio di settimane, con il consiglio di amministrazione delle Generali sui risultati d’esercizio in agenda il 16 marzo (sarà nuovamente a Roma). E visto che la ‘partita’ avviata da Della Valle è apparsa da subito tutta interna alla Galassia Mediobanca, per il prossimo appuntamento Rcs si dovrà attendere il Cda del 22 marzo e nei giorni immediatamente precedenti, con il Cda di Rcs Quotidiani (dove partecipano anche Geronzi e Della Valle).
Del Vecchio precisa tra l’altro che Della Valle gli è ”molto simpatico”. Ma tornando sulle ragioni delle sue dimissioni si ferma alle motivazioni date nella lettera della scorsa settimana inviata al Cda: ”Non mi ritenevo in grado di incidere sulle decisioni strategiche aziendali – ribadisce -. La cosa più naturale che si possa fare, anche se non è di moda, è dare le dimissioni”.
”Non posso scendere in questi particolari”, risponde poi a chi gli chiede se non abbia gradito qualche operazione in particolare. A non esser andato giù all’imprenditore agordino, secondo quanto si apprende, sarebbe stato soprattutto il recente investimento per quasi 220 milioni di euro di Generali nella privatizzazione della banca russa Vtb.
Il group Ceo Giovanni Perissinotto ha piene deleghe su operazioni di questo genere e non si è dunque reso necessario alcun passaggio in consiglio sul tema. Ma la mossa sarebbe sembrata a Del Vecchio incoerente con la scelta di concentrarsi su attività assicurative, lasciando fuori operazioni ‘di sistema’ o investimenti in banche, come appare invece l’acquisizione di una quota nell’ex Vneshtorgbank.