Generali, lettera di Perissinotto vs Mediobanca: “Non ho motivi per dimettermi”

Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Perissinotto (Foto LaPresse)

MILANO – Giovanni Perissinotto si appella ai consiglieri di Generali per non essere sfiduciato. L’amministratore delegato del gruppo assicurativo di Trieste ha scritto giovedì 31 maggio una lettera ai consiglieri della compagnia dopo la convocazione d’urgenza del Cda di sabato convocato proprio per sfiduciarlo.

Nella lettera Perissinotto esprime la propria ”incredulità” sul momento scelto per tale passo dal primo azionista Mediobanca, che attacca anche sull’operazione Fonsai, anticipando l’intenzione di non dimettersi perché ”non esiste un motivo oggettivo per farlo”. Collega la decisione di Mediobanca di proporre una mozione di sfiducia nei suoi confronti alla vicenda Fonsai.

”Esprimo anzitutto la mia incredulità – scrive Perissinotto – perché, in un momento così impegnativo e delicato sia per le Assicurazioni Generali che per il Paese del cui sistema finanziario Generali è una parte importante, il nostro socio di maggioranza relativa ritenga appropriato o consigliabile mettere ancora una volta i propri interessi sopra quelli della Compagnia, dei suoi assicurati, dei suoi impiegati e della stragrande maggioranza dei suoi azionisti”.

E’ però nel passaggio sul ruolo di Mediobanca nel riassetto Fonsai, che appare più deciso l’attacco di Perissinotto:  ”So che l’indipendenza che io assieme al management abbiamo sempre cercato di perseguire è stata talvolta di poco aiuto al ruolo sistemico che alcuni ritengono Mediobanca dovrebbe giocare nel nostro Paese”, ma in tempi recenti ”questa indipendenza di spirito e di azione ha provocato un irrazionale sospetto da parte del management di Mediobanca” afferma riferendosi all’idea di un presunto ruolo delle Generali nell’intervento di Palladio in partita con Sator e contro il piano Unipol.

”Mentre io ho seri dubbi sulla visione strategica di questa operazione, non solo per la inquietante prova che non si può certo ignorare riguardante la salute finanziaria di quello che dovrebbe essere il salvatore; al contrario di quella che sembra essere la convinzione del top management di Mediobanca io non reputo che sarebbe corretto per me essere coinvolto in alcun modo nella vicenda Fonsai. In ogni caso, è evidente che la errata convinzione che io abbia in qualche modo aiutato – o più precisamente non abbia esercitato la mia influenza per evitare la partecipazione di una parte in transazioni che ‘minacciano’ interessi vitali per Mediobanca – sia all’origine della mozione di sfiducia mossami quale Ceo di Generali. Non ho dubbi che dal nostro azionista di riferimento abbia gia’ individuato un candidato ‘presentabile’ per ricoprire la posizione di Ceo in Generali e scelto all’esterno del nostro gruppo. Tuttavia per quanto questa persona possa essere rispettabile, la sua scelta non potrà fare a meno di essere ‘inquinata’ dal fatto che la sua nomina è dettata da logiche che prescindono valutazioni di business”.

(Per leggere la lettera intera pubblicata dal Sole 24 Ore clicca qui).