Generali, pulizia di bilancio per 1,7 mld. La Borsa premia, balzo del +9%

MILANO – Generali fa pulizia nel bilancio 2012 per 1,7 miliardi, solo nel quarto trimestre le svalutazioni sono di 1,3 miliardi e oltre le attese. L’utile si riduce a un decimo dall’anno precedente, a 90 milioni (-90%). Il risultato operativo però si piazza a 4.219 milioni (+10,5%) battendo sia quanto promesso dalla società, sia quanto atteso sul mercato. Generali poi conferma comunque il dividendo, invariato a 20 centesimi. E la Borsa si impenna, scrollandosi quel certo disamore mostrato verso la compagnia nelle ultime settimane e premiando il titolo con un rialzo di oltre il 9% a 13,3 euro.

”Nel 2012 abbiamo avviato una profonda trasformazione di Generali – spiega l’a.d. Mario Greco – e i risultati di oggi segnano un punto di svolta nell’evoluzione del nostro gruppo verso la best practice internazionale”. Il mercato reagisce bene alla chiarezza fatta sui conti, assieme alla conferma del dividendo, ma sembra soprattutto credere ora con più convinzione agli obiettivi del piano.

”Pensiamo di poter iniziare il viaggio” verso il target di utile operativo a 5 miliardi, dice del resto lo stesso Greco, anzi, verso ”un numero che inizia con il 5”. E già ora c’è l’attesa di ”un buon risultato alla fine del trimestre”. Quanto al dividendo, per ora c’è la volontà di ”mostrare il nostro impegno di remunerare i soci”, poi ”cercheremo progressivamente di aumentare il dividendo, tenendo in mente che la politica generale e’ di distribuire in dividendi almeno il 40% dell’utile”.

Più nel dettaglio, il segmento vita vede un risultato operativo in crescita del 9,7%, nei danni la crescita è del 5,6%, nelle attività finanziarie del 21,7%, con un buon contributo di Banca Generali. Salgono poi patrimonio (+28% a 19,8 miliardi) e solvibilità. L’indice solvency 1 si porta al 150% a fine anno, dal 117% di fine 2011 e a fine marzo si attesterà al 140% a valle della tranche da pagare a Ppf, del dividendo e di quant’altro. La pulizia sui conti Generali è radicale.

Il group ceo Mario Greco aveva annunciato a più riprese di aver avviato un’accurata revisione di ogni singola attività in portafoglio. Le svalutazioni seguono però anche una metodica diversa di contabilizzazione degli asset che punta ad allineare la compagnia alla miglior prassi internazionale. Il Leone ha infatti rivisto le soglie di svalutazione, che d’ora in avanti scatta quando la perdita di valore sia ”significativa”, oltre cioè la soglia del 30% (prima era 50%), o ”prolungata”, per oltre 12 mesi (prima era 36).

Alla fine nel trimestre vengono svalutati titoli disponibili alla vendita per 792 milioni, la quota in Telco-Telecom per 148 milioni, finanziamenti e crediti per 118 milioni, real estate per 56 milioni e altri asset per 156 milioni.

Per il resto, non ci sono novità sulle dismissioni di Bsi e Generali Usa, ”le procedure vanno avanti come previsto”, dice Greco. ”Non parlo solo delle due già annunciate – aggiunge tra l’altro Greco – ma più in generale del raggiungimento di un beneficio da dismissioni di 4 miliardi sul patrimonio entro il 2015”. Infine il capo-azienda ha ribadito che Trieste deciderà cosa fare alla scadenza dei patti di Rcs e Mediobanca, per i quali eventuali disdette sono attese a settembre, valutandoli in quanto buoni investimenti o meno.

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