Germania: “No a Draghi presidente della Bce”, Berlusconi: “Non mi risulta”

Pubblicato il 10 Febbraio 2010 - 09:29 OLTRE 6 MESI FA

Ci sarebbe un veto tedesco su Mario Draghi alla presidenza della Bce. «Bisogna fare attenzione ad evitare che si crei una condizione favorevole perché Draghi diventi presidente della Bce», scrive il ministero delle Finanze di Berlino in un documento interno che la Stampa di Torino ha ottenuto e pubblicato.

Da quel che si può capire, ci sono tutti i segnali per un bis della figuraccia alla Tartarin di Tarascona che l’Italia ha fatto nel caso della mancata nomina di Massimo D’Alema a ministro degli Esteri dell’Europa. Non Berlusconi e non D’Alema hanno fatto la brutta figura, ma l’Italia intera e a quanto sembra ci avviamo verso una replica dello stesso copione.

Berlusconi subito ha smentito: «Non mi risulta questo veto», ha detto. E ha attaccato la stampa: «Dato il tema ormai prevalente nell’informazione dei quotidiani italiani di riportare gran parte di notizie che non sono vere – dice – non mi meraviglierei che anche questa notizia non fosse vera».

Probabilmente Berlusconi detesta Draghi: altra statura, altra classe, altri legami internazionali e una tendenza ad atteggiarsi come vero capo dell’opposizione, al di sopra della massa vociante di politicanti inetti. Probabilmente levarselo dai piedi gli farebbe anche comodo, per le ragioni appena esposte, e prendersene il merito sarebbe tipico del carattere del primo ministro. Ma forse ha annusato l’aria e le parole tiepide e caute pronunciate dal peraltro sempre cauto Paolo Bonaiuti in Tv mercoledì mattina sembrano confermarlo: se Draghi sarà candidato, lo sosterremo. Ma se….

La frase incriminata su Draghi è contenuta in un paragrafo del documento sulla nomina del nuovo vicepresidente della Bce, decisione che il Consiglio Ecofin prenderà in esame martedì 16 febbraio.La sua nazionalità sarà cruciale per definire anche il successore del numero uno Trichet che scade tra un anno e mezzo. La Germania ambisce alla poltrona di presidente, quasi la esige. Ma per averla deve battere il concorrente italiano, cosa che, per una volta, non è affatto certa di fare. Ufficialmente nessuno è in corsa per la vetta dell’istituto di Francoforte che si libera alla fine di ottobre dell’anno prossimo. Il governo tedesco ripete di non aver preso alcuna decisione, ma da mesi rimbalzano le notizie di una spasmodica attività politica in favore di Axel Weber, attuale guida della Bundesbank.

Il documento top secret scritto dallo staff del ministro Wolfgang Schäuble mette l’orientamento in nero su bianco, certifica che Frau Merkel vuole dare alla Germania lo scettro della Bce in omaggio a una politica monetaria consacrata al più puro rigore. La cancelliera ne avrebbe parlato anche con Nicolas Sarkozy giovedì scorso, 4 febbraio, contando sul fatto che il francese non ha nella fattispecie nulla da perdere e, anzi, aiutando Berlino maturerebbe un credito cospicuo per il futuro.

La Merkel cerca consensi presso gli altri governi europei, perché l’operazione di sbarrare la strada a Mario Draghi non appare delle più facili. Infatti il nome del governatore della Banca d’Italia e presidente del regolatore globale Financial Stability Board, corre sulle labbra della comunità internazionale, dove gode di grande prestigio e raccoglie ampi consensi nell’Eurozona come oltreoceano.

D’altra parte tutti sanno la scarsa stima in cui è tenuto il governo italiano nel mondo, che può contare sulla “amicizia” solo di Putin (Russia), Erdogan (Turchia) e Gheddafi (Libia): il loro peso sulle decisioni dell’Unione europea è vicino allo zero. Per questo Berlusconi dice di essere pronto a sostenerlo, ma con molta cautela. Il ministro degli esteri Frattini ha appoggiato moderatamente la candidatura, «se ci sarà lo sosterremo», ha detto. E pure il sottosegretario Bonaiuti proprio mercoledì 10 mattina, ha detto anche lui che il Governo garantisce pieno sostegno al candidato italiano, ma anche lui con molta cautela.