ROMA – Germania in stagnazione, dice Bundesbank. “Economia ok ma investa di più”, Fmi. Dopo un primo trimestre molto positivo, con un aumento del prodotto interno lordo dello 0,8%, tra aprile e giugno l’economia tedesca ha rallentato la sua corsa, facendo registrare un periodo di stagnazione. Per la gran parte degli analisti si tratta solo di una battuta d’arresto, e il loro giudizio sembra confermato dalle note positive sulla Germania arrivate oggi dal Fondo monetario internazionale, che pure invita allo stesso tempo Berlino ad aumentare la spesa per gli investimenti.
Nel rapporto mensile di Bundesbank (banca centrale tedesca) pubblicato ieri, gli esperti della banca federale tedesca riportano per il secondo trimestre una crescita reale vicina allo zero rispetto ai tre mesi precedenti. Il settore edile, precisa Francoforte, non ha potuto eguagliare gli alti livelli d’inizio anno, contraddistinto da un inverno particolarmente mite. Chiara frenata ad aprile e maggio anche sul versante industriale, su cui certamente ha pesato la grave fase di incertezza internazionale, legata alla crisi ucraina e al Medio Oriente. Secondo l’associazione delle camere di commercio e dell’industria (Dihk) la crisi ucraina produrrà “un arretramento dell’export verso la Russia del 10%”, pari a un fatturato di quattro miliardi di euro.
“Questa perdita già ci colpisce”, ha commentato il capoeconomista per il commercio estero di Dihk, Volker Treier. Quel che comunque ha tenuto a galla l’economia tedesca in questa fase di transizione è stato lo sviluppo positivo nel settore dei servizi, che secondo Bundesbank ha evitato un calo del pil. La banca federale e il ministero tedesco delle Finanze concordano comunque sul fatto che la stagnazione del secondo trimestre non infici ”uno sviluppo economico dinamico, in particolare sul fronte interno”, scrive il ministero nel suo rapporto mensile.
Anche per il Fmi l’economia e la finanza tedesche sono in buona salute. I bilanci pubblici sani – è di oggi la notizia di un aumento delle entrate fiscali per il primo semestre pari a un +2,5% annuo – e la bassa disoccupazione sono indici di una situazione economica stabilmente positiva. Per questo l’istituzione internazionale di Washington nel suo rapporto ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’anno in corso, passate dall’1,7% all’attuale 1,9%, mentre per il 2015 è previsto un aumento del pil pari all’1,7% (+0,1%). Molto simili le previsioni di Bundesbank: +1,9% nel 2014 e +2% nel 2015.
Ma per il Fmi la Germania deve fare di più. Soprattutto sul versante degli investimenti infrastrutturali, che avrebbero una ricaduta positiva anche sulle economie vicine, compresa quella italiana. Per gli economisti del Fondo Berlino dovrebbe, senza violare i patti, aumentare la spesa di mezzo punto di pil, pari a circa 14 miliardi di euro all’anno. Maggiori spese stimolerebbero “la crescita nell’area, con gli effetti più evidenti sui pil di Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna“, fino allo 0,3-0,4% della ricchezza prodotta.