Il gioco legale ha perso a causa del lockdown il 44% di entrate. Una perdita che invece non ha colpito il gioco illegale. Politiche proibizionistiche sul gioco ed aumenti continui di tassazione infatti aiutano la criminalità.
Con il lockdown il settore del gioco legale ha quindi perso il 44%, ma la quarantena non ha fermato quello illegale. Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato dal 2001 al 2006, che sottolinea di contrastare ogni forma di gioco illegale.
“E’ evidente che – spiega in assenza di un’ampia offerta di gioco lecito e regolamentato, una parte della domanda si orienta inevitabilmente verso il gioco clandestino ed illegale. La lotta e il contrasto di tali attività, oltre che nell’azione repressiva, si realizza quindi anche con un’estensione massima del controllo di legalità e di trasparenza della gestione e dell’organizzazione dei giochi. E non con il divieto di vendita, l’aumento di imposizione fiscale, ed il rialzo sui prezzi che sono in sintesi gli strumenti principali delle politiche proibizioniste”.
“Infatti – prosegue Pedrizzi – all’applicazione delle misure non corrisponde l’automatica contrazione dei consumi, come accade per le sigarette. All’aumento di tassazione, infatti, l’effetto è proprio lo spostamento verso i canali alternativi di offerta, il cosiddetto effetto ‘sostitutivo”’ . “Emblematico, in tal senso, è il gioco online, il cui aumento esponenziale, anche gestito dalla criminalità, negli ultimi anni ha determinato non solo una diminuzione di introiti per lo Stato, ma anche una fonte per alimentare altri tipi di reati”.
“Ma non c’è solo la riduzione delle entrate: altro aspetto è quello dell’ordine pubblico. Ed il Decreto Dignità, dello scorso anno, che ha disposto un divieto generalizzato di pubblicità per tutti i giochi pubblici, ha come effetto la conseguenza negativa di distorcere le scelte di consumo. Privando i cittadini della possibilità di riconoscere i prodotti legali da quelli illegali”.
La pandemia e il gioco illegale
“Siamo convinti – dice ancora Pedrizzi – che l’espansione del gioco clandestino sicuramente si estenderà in questo periodo di pandemia. Ove si consideri che il secondo trimestre di quest’anno, cioè il periodo che ha visto la chiusura totale delle attività, il crollo del gioco legale. Da 36.601 milioni del 2019 ai 14.773 milioni dello stesso trimestre del 2020 con un meno 44,5%”.
“Questa debacle viene confermata da Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha dichiarato che ‘ci vorranno mesi per tornare alla normalità’ per recuperare i ricavi del settore crollati del 50%. Naturalmente questo stato comatoso di tutta la filiera del gioco legale si è riflesso sul gettito dello Stato. Infatti le entrate tributarie secondo il Mef sono scese nei primi 5 mesi di quest’anno a 149.731 milioni di euro. Con una diminuzione di ben 15.300 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-9,3%)”.