Posto fisso a tutti i costi? Solo per il 30% dei giovani

ROMA – “Davvero i giovani italiani hanno in mente solo il mito del posto fisso” si chiedeva ieri, 12 febbraio, Renato Mannheimer sul Corriere della Sera. E ancora: “Davvero tendono a cercare solo posti di lavoro vicini alla famiglia di origine?”

Il 30% dei giovani, in effetti, vorrebbe un lavoro sicuro (dati Demos-Coop, maggio 2011, così come Mannheimer ieri sul Corriere). Ciò vuol dire che il rimanente 70% ha altre priorità. Non ritiene il lavoro fisso un prerequisito indispensabile. E infatti il 65% dei giovani occupati (Demos-Coop, maggio 2011) considera il proprio lavoro “precario” oppure “temporaneo”. E il 60% pensa che, fra uno-due anni, avrà cambiato lavoro.

D’altronde, per molti giovani, non esiste neppure il lavoro. L’Istat, nelle settimane scorse, ha stimato il tasso di disoccupazione giovanile oltre il 30%. Il più alto dell’Eurozona. Se si guarda quello femminile, il tasso sale fino al 50% nelle regioni del Mezzogiorno.

Senza contare quello che è ormai la cifra di questi anni di crisi: il cosiddetto fenomeno dei “Neet” (acronimo inglese di Not in Education, Employment or Training). Quelli che “non” lavorano,  “non” studiano e “non” hanno nemmeno uno straccio di stage non retribuito. Sono oltre 2 milioni e 200 mila. E’ davvero solo una questione di “posto fisso”?

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