Giù i tassi btp. La domanda tiene ma c'è l’aiuto della Bce

ROMA – I tassi sono in calo, la domanda resta all'interno del 'ventaglio' di Via XX settembre. L'asta dei Btp di stamani, test fondamentale per saggiare l'efficacia della linea del governo Monti contro la fuga dal debito italiano, fotografa un ritorno di fiducia sul debito italiano piu' sul breve termine che sulle lunghe scadenze, segno che c'e' ancora tanto risanamento da fare. E riceve un aiuto dalla Banca centrale europea, tornata ad acquistare Btp sul mercato secondario e finanziatrice di qualche banca che ha reinvestito anche sul debito italiano a breve.

Nel penultimo giorno dell'anno, in un mercato rarefatto che non aiutava, il Tesoro ha venduto agli investitori 7,02 miliardi di euro di debito, nella parte alta della 'forchetta' fra i cinque e gli 8,5 miliardi di euro che si era prefissato.

''Le aste sono andate piuttosto bene ma non consideriamo concluse le turbolenze finanziarie'', e' il commento del premier Mario Monti. ''E' positivo che l'Italia sia riuscita a collocare sette miliardi il 29 dicembre'', dice Alessandro Giansanti, analista senior di Ing.

Dopo l'asta di ieri, che aveva visto dimezzarsi i tassi chiesti dagli investitori per sottoscrivere i Bot, le attese per oggi erano alte in vista di un 2012 difficile per l'Italia, chiamata a rinnovare (cioe' vendere agli investitori) quasi un quarto dei suoi 1.900 miliardi di debito pubblico, nel mezzo di una probabile recessione. I risultati complessivi sono in chiaroscuro stando allo 'spread', volato fino a sfiorare i 530 punti base per poi rallentare e chiudere a 518, e alle quotazioni dell'euro, scivolate ai minimi da settembre 2010 (sotto 1,2860 dollari) prima di recuperare.

Il Btp a tre anni e' stato assegnato per 2,538 miliardi contro un 'range' di offerta fra due e tre miliardi, al tasso del 5,62%, in forte calo rispetto al 7,89% record dello scorso mese. Il rapporto fra domanda e offerta e' pero' sceso a 1,357 da 1,502. Il Btp marzo 2022, attuale benchmark decennale, ha venduto 2,5 miliardi, massimo offerto, con una domanda salita a 1,357 volte l'offerta (da 1,335) e tasso in calo al 6,98% (da 7,56% di un mese fa). Domanda tiepida per il settembre 2021 (1,176 miliardi contro un ventaglio di uno-due miliardi offerti, con tasso del 6,70%), mentre il CctEu aprile 2018 ha visto il tasso balzare al massimo storico del 7,42% dal 4,52% dell'ultima asta, che pero' risaliva ad agosto.

Certo l'Italia continua a giovare del sostegno della Bce, che oggi dopo l'asta e' tornata a comprare titoli di Stato e che nelle scorse settimane aveva sostenuto i titoli a due e tre anni, non a caso oggi protagonisti di un netto calo di rendimento che fotografa la realta' del mercato primario.

E' poi probabile che qualche miliardo dei quasi 500 prestati dalla Bce alle banche (a scadenza triennale) sia stato reinvestito ieri nei Bot, e oggi nei Btp a 3 anni. Un'altra chiave di lettura dell'asta e' che i titoli a breve non scontano piu' il rischio di insolvenza che era prezzato meno di un mese fa. Ma gli investitori continuano a pretendere un premio che cresce con la durata dei titoli. ''La gente e' ancora preoccupata dal rischio credito, quindi piu' alta e' la scadenza, tanto piu' dev'essere remunerata'', dice Alessandro Mercuri di Lloyds Bank.

Conclusione? ''Tutto sommato l'esito e' discreto'', riassume Mercuri. Ma guai ad abbassare la guardia: ''sui titoli a lunga – avverte Giansanti (Ing) – l'Italia risente ancora di una fiducia non alta da parte degli investitori esteri. E pesano le forti emissioni attese per il prossimo trimestre''.

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