Gkn Driveline chiude stabilimento a Campi Bisenzio e licenzia (per email) 422 dipendenti

Chiusura dello stabilimento di Campi Bisenzio (Firenze) e licenziamento collettivo per i 422 dipendenti: è l’annuncio inviato per email da Gkn Driveline, multinazionale britannica che produce componenti per l’automotive. Una notizia inattesa che nell’area fiorentina evoca lo spettro della vertenza Bekaert, e il tentativo fallito di reindustrializzare la fabbrica di Figline Valdarno dove lavoravano 318 dipendenti, dismessa dalla multinazionale belga.

Le motivazioni della Gkn Driveline

Nella lettera di licenziamento, l’azienda ha spiegato che la decisione è stata presa a causa del “trend ribassista generalizzato” del settore automotive, amplificato dall’emergenza sanitaria: “Il trend negativo – sostiene l’azienda nella lettera di licenziamento – ha manifestato il proprio carattere strutturale ed irreversibile: ne sono la riprova le proiezioni di Ihs relativi ai volumi produttivi dei veicoli leggeri che ancora nel 2025 saranno al di sotto dei livelli raggiunti nel 2017”. Da qui le criticità sul fronte del sovradimensionamento, della complessità e della competitività: “La struttura organizzativa del gruppo industriale Gkn Automotive si rivela non piu’ sostenibile – si legge -, da ciòla necessita’ di immediate azioni di efficientamento, semplificazione nonché abbattimento dei costi”.

Le richieste dei sindacati sui licenziamenti alla Gkn Driveline

“Pare che voglia delocalizzare la produzione di Firenze – afferma la Fim-Cisl – ma non sappiano dove. Una cosa che non ha nessuna logica, visto che non poco tempo fa sono stati effettuati importanti investimenti in macchinari e automatizzazione del sito fiorentino”. I sindacati ora chiedono a Gkn “il ritiro immediato della procedura di licenziamento – tuona la Fiom-Cgil – e l’attivazione degli ammortizzatori sociali”, e l’intervento delle istituzioni, con un tavolo al Mise. La viceministra allo Sviluppo Alessandra Todde “è informata e sta valutando come procedere”, ha riferito Irene Galletti, capogruppo M5s in Consiglio regionale della Toscana.

Politica e istituzioni locali si sono schierate con i lavoratori in modo compatto. “E’ uno scandalo nazionale”, accusa il sindaco metropolitano di Firenze Dario Nardella, chiedendo “una nuova legislazione che ci consenta di intervenire a livello continentale per fermare questo modo selvaggio di fare economia” e annunciando una staffetta di 41 sindaci del Fiorentino davanti alla fabbrica contro la chiusura. Per il governatore toscano Eugenio Giani “quanto accaduto è inaccettabile e di gravità inaudita”: il Governo “deve intervenire, questo è un caso nazionale”. 

Lavoratori Gkn Driveline presidiano stabilimento

I lavoratori, appresa la notizia, sono entrati dentro la fabbrica e si sono riuniti in assemblea permanente: sono circa un centinaio le persone che si sono presentate davanti alla fabbrica, e che sono entrate insieme al sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi. “A 12 giorni dallo sblocco dei licenziamenti, un atto di una violenza simile deve preoccuparci tutti”, ha affermato quest’ultimo. Ma secondo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi “chi vuole strumentalizzare questi argomenti vuole solo fare polemiche”, perché “le aziende che stanno procedendo a chiusure potevano licenziare anche prima, perchè la cessazione di attività era una delle clausole esimenti anche in presenza del blocco dei licenziamenti”.

 

 

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