Gli italiani all’Istat: “Va meglio, va meno peggio, ma non va bene”

crisiVa meglio o va meno peggio? L’Ocse stima e prevede stiano accadendo entrambe le cose, in particolare per l’Italia dove, secondo l’organizzazione che tiene sotto controllo l’economia “c’è un rafforzamento della crescita in direzione dell’espansione”. Va meglio dunque, decisamente meglio. Ma un “meglio” che è anche un “meno peggio”. Infatto l’Ocse avverte che la velocità della ripresa è anche relativa ad “un calo dei potenziali di crescita”. Insomma è come per una macchina che prima andava in retromarcia, adesso cammina avanti e anche pochi chilometri all’ora sembrano, e relativamente sono, uno scatto bruciante.

Va meglio anche perchè c’è chi sta peggio: Silvio Berlusconi rileva soddisfatto davanti ai ministri il sorpasso italiano nei confronti della Gran Bretagna in termini di Pil, di ricchezza nazionale prodotta. In classifica l’Italia agguanta il sesto posto mondiale. E’ un sorpasso all’indietro perchè il Pil del 2009 cala dovunque, in Italia come in Gran Bretagna. Ma a Londra cala di più che a Roma, dunque va meglio e/o va meno peggio.

Va meglio, anzi va meno peggio anche nella testa degli italiani. All’ultima rilevazione dell’Istat quasi tutti i siti di informazione e le agenzie di stampa riservano titoli che suonano più o meno così: “Italiani meno pessimisti…la metà soddisfatti”. Si parla ovviamente della situazione economica. E qui la lettura dei dati forniti dall’Istat ripropone la vecchia questione del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Le cose, anzi i numeri, non stanno proprio come suggeriscono quei titoli, titoli esatti soltanto a metà.

Infatti i dati Istat dicono che per il cinquanta per cento degli italiani le cose nel portafoglio vanno male, così rispondono a domanda i cittadini interrogati. Però l’ultima volta che hanno risposto alla stessa domanda gli italiani per cui “andava male” erano il 54,5 per cento. Diminuisce dunque del 4,5 per cento la quota dei pessimisti e dolenti ma resta il 50 per cento di chi vede e vive in grigio scuro se non in nero.

Tra quelli che dicono che va male, un 13,1 per cento dice che va peggio. Erano il 16,2 per cento. Anche qui un miglioramento ma non un abbattimento del dato. E quelli che pensano la crisi non si stia aggravando, almeno nelle loro tasche e famiglie, crescono dal 39,4 per cento al 44,9 per cento. Sono i “soddisfatti”, la metà degli italiani che stanno smettendo o hanno smesso di aver paura della crisi. Soddisfatti perchè a loro non va peggio di ieri, il che è senza dubbio indice forte e chiaro che va meglio.

Tirando le somme, mezza Italia pensa e constata nei suoi conti che il peggio è passato o non è arrivato a casa propria. Una mezza Italia che aumenta le sue fila e la sua consistenza. L’altra metà pensa e vive ancora in apnea economica, però è una metà che lentamente smagrisce nei numeri. Va dunque meglio ma non perchè va bene, va meglio perchè non va peggio.

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