General Motors: 21mila posti di lavoro in meno. Piano straordinario per evitare la bancarotta

Pubblicato il 27 Aprile 2009 - 15:36| Aggiornato il 28 Aprile 2009 OLTRE 6 MESI FA

General Motors affronta il rischio bancarotta e lancia il piano di salvataggio. Secondo  la nuova proposta il Tesoro Usa ed i sindacati controllerebbero l’89% delle azioni mentre il rimanente 11% sarebbe diviso tra gli obbligazionisti (10 per cento)  e gli attuali azionisti che non otterrebero più dell’1% della società. Entro il 2010 General Motors taglierà 21mila posti di lavoro (7000 in più di quelli annunciati) ed è pronta ad avviare un piano di ristrutturazione del debito di 27 miliardi di dollari. 13 delle 47 fabbriche presenti negli Usa saranno smantellate. La vittima più illustre è il glorioso marchio “Pontiac”, che verrà cancellato. Con questi sacrifici a Detroit si aspettano di ridurre i costi del 34%.

GM ha lanciato un’offerta di scambio da complessivi 27 miliardi di dollari per gli obbligazionisti.

Wall Street ha reagito entusiasticamente all’annuncio del nuovo piano: il titolo è infatti schizzato al 23% nonostante il clima depresso attuale.

L’attuale ridimensionamento di GM assume caratteri epocali se solo si considerano le cifre. Se nel 1970 impiegava 395mila lavoratori, con il nuovo piano a regime la cifra è dieci volte più piccola (38mila). Nel momento più alto della sua parabola GM ha detenuto fino al 50% del mercato delle automobili in Usa; oggi le speranze più ottimistiche si fermano al 18%. E fino all’anno scorso combatteva spalla a spalla con Toyota per la palma di più grande produttore di auto del mondo.