Goldman Sachs accusata in best-seller. Malefatte e complotti e un piano per uccidere la Cina?

Goldman Sachs, la banca di investimenti più grossa, potente e criticata del mondo, è nell’occhio del ciclone in Cina. E’ uscito da poche settimane il libro di un giornalista economico, Li Delin, che fustiga il colosso americano e ne descrive con i toni più aspri turpitudini che se fossero vere ci sarebbe da avere paura. L’autore arriva a considerare Goldman Sachs responsabile ultimo della crisi planetaria.

Verità o esagerazioni che siano, intanto il best-seller di Li Delin, dall’eloquente titolo « La cospirazione Goldman Sachs », avrebbe già venduto 100.000 copie. Trattandosi di tirature di libri vale la prudenza che di solito si applica ai giornali: meglio usare il condizionale. Ma è certo che libro e autore sono al centro di un vortice di critiche e polemiche sui più importanti siti internet  di tutto il mondo.

Li Delin ha fatto della sua verve polemica contro Goldman Sachs un filone d’oro. Il libro segue la pubblicazione di « Eliminare gli avversari – Come Goldman Sachs ha conquistato il mondo », pubblicato l’anno scorso, e avrà un seguito, già annunciato dal giornalista. In Cina, dove la censura colpisce le critiche non solo verso il partito ma anche verso altre istanze sensibili, il controllo e la repressione sono, nel mercato dell’editoria, più blandi. Qui, si concentrano grandi successi del complottismo finanziario, un genere che in Cina riempie gli scaffali e si vende come il pane.

L’andamento del saggio di Li è fortemente drammatizzato. Più volte, viene citato Matt Taibbi giornalista del Rolling Stones e autore di un memorabile articolo su Goldman Sachs. Ecco l’inizio: « La prima cosa che dovete sapere su Goldman Sachs è che è dappertutto. La più grande banca mondiale di investimenti è un calamaro vampiro gigante avvolto intorno alla faccia dell’umanità, eternamente piazzando il suo imbuto in ogni cosa che odori di soldi ».

La tesi di fondo è semplice e chiara: nell’ultimo capitolo viene detto a chiare lettere che lo scopo ultimo della compagnia è “uccidere la Cina”. L’analisi di Li non è priva di qualche licenza sul ruolo della compagnia in Cina.  Le licenze non sono solo di metodo, ma anche poetiche: «con il carattere feroce di una tigre della Manciuria, si muove furtivamente in tutto il mondo, come un cacciatore esperto che bracca la sua preda e, quando sente l’odore del sangue, si avventa».

In Cina la compagnia ha sopportato bene i marosi della crisi. Recentemente la banca di investimenti è stata nel gruppo dei sottoscriventi di un’offerta d’acquisto di 22.1 miliardi di dollari mentre bei soldoni continuano ad arrivare da un dodici per cento della casa farmaceutica Shenzhen Hepalink.

La Goldman è stata oggetto di vivaci critiche per i salari da favola elargiti ai top manager, dopo che il governo americano aveva accordato un prestito e dopo aver ricevuto 13 miliardi di dollari dalla compagnia di assicurazioni AIG. Il libro di Li include documenti delle corti di giustizia americane sui misfatti della Goldman; tra questi, l’agghiacciante testimonianza della pratica della compagnia di vendere prodotti finanziari a rischio senza menzionare agli acquirenti che questi erano stati creati da un cliente che avrebbe guadagnato dalla loro insolvenza. In risarcimento di questa colossale frode, la Goldman Sachs è stata recentemente condannata a pagare 550 milioni di dollari. Una quisquilia per la banca, equivalente al reddito netto di due settimane.

A riprova delle teorie complottiste sulla Goldman Li cita anche i numerosi personaggi che sono passati dal board delle banca alle stanze dei bottoni di Washington. Anche in Italia, hanno avuto a che fare con la Goldman politici del calibro di Gianni Letta, Romano Prodi, Mario Draghi.

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