Goldman Sachs sotto inchiesta a New York. Ha commesso frodi?

NEW YORK – La banca di investimenti americana Goldman Sachs – uno degli istituti più potenti del mondo – è al centro di un’inchiesta portata avanti dal procuratore generale di Manhattan, Cyrus Vance jr. L’investigazione vuole gettare luce su alcune pratiche – forse fraudolente – che Goldman Sachs ha praticato negli anni duemila. L’ufficio del procuratore si è per ora limitato ad inviare dei mandati di comparizioni per alcuni rappresentanti della banca. Non è detto che la fase preliminare delle indagini si concluda con la formulazione di accuse criminali nei confronti dell’istituto.

L’indagine di Vance si svolge all’indomani della relazione, rilasciata in aprile, della commissione del Senato sulle cause della crisi. Goldman Sachs si trova più volte citata in quel fascicolo. La banca di investimenti, all’indomani della crisi, è stata considerata colpevole di comportamenti ingannevoli. Si sarebbe arricchita con pratiche illegali relative ai cosiddetti CDO (collateralized debt obligation), una forma di obbligazione che ha come garanzia un debito.

Dopo una trattativa con la Securities and Exchange Commission, l’ente governativo preposto alla vigilanza della borsa valori, Goldman Sachs ha accettato di pagare un’ammenda di 550 milioni di dollari relativi agli Abacus, una forma di CDO. Eppure, secondo la commissione del Senato, la banca avrebbe adottato pratiche fraudolente per una serie di altri affari. I portaparola dell’istituto hanno negato le conclusione della commissione ed hanno fatto presente che la compagnia ha rivisto da tempo le sue pratiche di mercato.

Il procuratore generale Cyrus Vance ha deciso di investigare il ruolo di Goldman Sachs probabilmente sulla scia delle indagini già effettuate dalla commissione. Da due anni nel ruolo di procuratore di Manhattan, Vanche ha fin da subito posto particolare enfasi sulle indagini relative all’alta finanza, ai crimini dei colletti bianchi. Per fare questo ha dalla sua uno strumento efficace, che gli altri procuratori americani non hanno.

Si tratta di una legge che rende più facile le inchieste criminali contro le frodi di investimento. Nelle altre corti federali il procuratore deve provare che l’imputato intendeva frodare le vittime e che questo è avvenuto tramite omissioni o notizie false, mentre a New York il procuratore non è tenuto a provare l’intenzione, ma semplicemente il fatto.

Anche se non è detto che questa fase delle indagini si concluda con degli avvisi di garanzia, è però ormai evidente a tutti che il panorama finanziario non ha ancora finito di essere sconquassato dagli effetti della crisi.

Gestione cookie