Google chiude con un assegno da 306 mln di euro le controversie con il fisco italiano

Google chiude con un assegno da 306 mln di euro le controversie con il fisco italiano
Google chiude con un assegno da 306 mln di euro le controversie con il fisco italiano

ROMA – Google chiude con un assegno da 306 mln di euro le controversie con il fisco italiano. Google verserà al fisco italiano 306 milioni di euro. E’ l’esito dell’accordo raggiunto oggi con l’Agenzia delle Entrate sotto il profilo tributario. Risolte quindi senza controversie le indagini relative al periodo 2002-2015. Di qui in avanti varranno gli accordi preventivi per la determinazione delle prossime tasse.

Dal punto di vista penale in Procura a Milano mesi fa è stata chiusa un’ inchiesta per una presunta evasione fiscale a carico di alcuni manager del gruppo.

L’accordo tra Google e l’Agenzia delle Entrate per un maxi versamento sotto il profilo tributario segue quello del dicembre 2015 tra Apple e la stessa Agenzia con il colosso di Cupertino che, in quel caso, versò più o meno la stessa cifra, 318 milioni di euro.

La Procura di Milano, guidata da Francesco Greco, negli ultimi anni, infatti, sta portando avanti o ha già chiuso sul piano penale (mentre in parallelo corre quello tributario) tutta una serie di procedimenti per evasione fiscale sui colossi del web, tra cui Google e Apple appunto, ma anche su Amazon e Facebook.

Nel febbraio 2016, il pm Isidoro Palma aveva tirato le fila dell’ inchiesta che riguardava il motore di ricerca che era accusato, secondo i calcoli del Nucleo tributario della Guardia di Finanza, di aver sottratto all’Erario italiano, tra il 2009 e il 2013, redditi imponibili per circa 227 milioni di euro, grazie a uno schema elusivo che coinvolgeva una serie di società dislocate tra Irlanda, Paesi Bassi e Bermuda.

Le cifre, poi, contestate nell’atto di chiusura indagini a carico di 5 manager, però, sono diverse da quelle accertate dalla Gdf. Nell’atto firmato dal pm Palma, infatti, si faceva riferimento a 98,2 milioni di euro di imponibili Ires (l’imposta sui redditi d’impresa) non dichiarati nel quinquennio considerato e non ai 227 milioni.

L’accordo raggiunto oggi sotto il profilo tributario potrebbe avere effetti anche sull’inchiesta penale chiusa ormai da tempo, come avvenne per Apple. In quest’ultimo caso, infatti, il procedimento penale si è poi chiuso con un manager della sede irlandese che ha patteggiato una multa, mentre altre due posizioni sono state archiviate.

Nel frattempo, nei giorni scorsi, è emerso che, stando ai calcoli della Gdf, Amazon avrebbe evaso circa 130 milioni attraverso un meccanismo – la contabilizzazione in Paesi a regime fiscale più favorevole di profitti in realtà realizzati in Italia – che è, in sostanza, lo stesso già individuato dalla Procura nelle inchieste sugli altri colossi dell’hi tech. Intanto, i pm milanesi indagano anche su Facebook e su Western Digital.

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