Governo Letta. Tra Imu, Iva, Cig servono 11 mld. Prima mossa: manovra correttiva

ROMA – Governo Enrico Letta, una delle prime mosse dovrà essere una manovra finanziaria correttiva. Perché, come fa notare Mario Sensini sul Corriere della Sera, tra Imu, Iva, Tares e rifinanziamenti vari, servono almeno 11 miliardi, ma i soldi non ci sono. Quindi si dovranno andare a chiedere dei soldi (o almeno un allentamento dei vincoli di bilancio) a Bruxelles e si dovranno fare nuovi tagli.

Spese da rifinanziare. Serviranno quattro-cinque miliardi.  Servono tra 800 milioni e un miliardo e mezzo per rifinanziare gli ammortizzatori sociali, che sono scoperti da maggio; e un miliardo per le missioni di pace, necessario da ottobre. Entro giugno si presenteranno anche i nodi della scadenza delle proroghe per i contratti dei precari dello Stato e degli sfratti. Per il 2014 servono infine 2 miliardi per evitare l’aumento dei ticket sanitari a carico dei cittadini.

Poi c’è il compromesso politico con i partiti di governo sull’Imu, e le tasse pronte a scattare, come Iva e Tarsu. Sull’Imu Sensini scrive:

Il Pdl chiede la restituzione per il 2012 e la cancellazione per il futuro. Per soddisfare in pieno Berlusconi servirebbero, dunque, dodici miliardi sull’unghia. Più altri quattro l’anno dal 2015. Eliminare l’Imu sulla prima casa per chi paga fino a 500 euro, come chiede il Pd, esenterebbe dalla tassa il 90% dei contribuenti, ma verrebbero a mancare almeno 2,5 miliardi, a meno di non caricarli sul restante 10% dei contribuenti, i più ricchi, che già pagano il 33% dell’Imu complessiva. La restituzione dell’Imu pregressa, poi, è ancora più problematica. Se non altro perché parte dei soldi (600 milioni per il 2012) dovrebbe tornare indietro dai Comuni. Se il Pdl non dovesse rinunciarvi, resta l’ipotesi di compensare la tassa con nuovi titoli di Stato.

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