ROMA – Ancora una volta è la Grecia a imporsi sull’umore dei mercati finanziari. La notizia del giorno è di peso: i tentativi di formare un governo dopo il voto del 6 maggio scorso non hanno portato alcun risultato. Quindi si faranno nuove elezioni con la quasi certezza che dalle urne uscirà una maggioranza ancora più sbilanciata di quella attuale. L’annuncio è arrivato nel pomeriggio, a mercati ancora aperti. Risultato: spread alle stelle, tonfo delle piazze europee. “Purtroppo la Grecia va verso nuove elezioni per colpa di qualcuno che ha messo i propri temporanei interessi politici al di sopra degli interessi della nazione”, ha detto il leader socialista Evangelos Venizelos alla fine della riunione con il presidente Papoulias. Il riferimento è al partito di estrema sinistra Syriza che si è rifiutata di entrare in un governo di coalizione ed è superfavorita alle prossime elezioni.
Dall’Europa arriva la voce del presidente dell’eurogruppo Jean Claude Juncker che respinge ogni ipotesi di una Grecia fuori dalla moneta unica. E’ un ”non senso”, è ”propaganda”, ha detto Juncker alla fine della riunione svoltasi a Bruxelles. Juncker si è espresso contro ”questo modo di provocare i greci” con l’ipotesi di un’uscita di Atene dall’euro. ”Non mi piace questo modo di trattare la Grecia con continue minacce”.
Nonostante le rassicurazioni di Juncker la strada di Atene all’interno dell’euro non è certo in discesa. Per questo la sua estrema debolezza politica fa così paura agli investitori. E i risultati si vedono. Lo spread tra Btp e Bund si riavvicina a quota 440, ovvero i massimi da gennaio. Il rendimento del Btp a 10 anni sale al 5,83%. Il differenziale tra Spagna e Germania è a 488,5 punti base e quello della Francia sopra 140.
Milano ha chiuso a -2,56%. Con lo scivolone odierno, Piazza Affari è scesa sotto i livelli del settembre scorso, quando la tensione sui titoli di Stato e sullo spread con i Bund tedeschi era al massimo: l’indice Ftse Mib ha chiuso a 13.311 punti, contro i 13.474 del 12 settembre 2011, la giornata più difficile di quel periodo. La Borsa di Milano non è lontana dai minimi della crisi nata con i mutui subprime: la seduta peggiore fu quella del 9 marzo 2009, quando l’Ftse Mib chiuse a 12.621 punti.