Grecia, scontro politico sulle privatizzazioni forzate da 50 miliardi

ATENE – Sembra rientrata la crisi fra il governo greco e la “troika”, (Commissione europea, Fondo monetario internazionale Banca centrale europea) provocata dalle dichiarazioni dei rappresentanti di quest’ ultima, alla fine della loro missione in Grecia, secondo le quali il governo greco dovrebbe vendere immobili, azioni e altre proprietà dello stato, per una somma di 50 miliardi di euro entro il 2015 per riuscire a ridurre il suo debito.

Le telefonate tra il Primo Ministro George Papandreou e José Manuel Durrao Barroso, Jean-Claude Trichet e Dominique Strass-Kahn sembrano aver riportato il sereno. Tuttavia, quella che non è finita è la dura contrapposizione fra il governo e i partiti dell’opposizione sull’argomento.

Nea Dimocratia, il principale partito dell’ opposizione accusa il governo di ipocrisia visto che, secondo il portavoce, il programma delle privatizzazioni era stato deciso già da tempo e lo stesso Papandreou ne aveva parlato settembre scorso, mentre Alexis Tsipras, leader di Syriza, il piccolo partito di sinistra, accusa il governo di aver deciso insieme alla troika, la svendita della ricchezza del paese. Non mancano certo le reazioni nemmeno dall’ interno del Pasok.

“Il governo e in particolare il Ministro delle Finanze, ci devono dire che cosa hanno firmato” chiede in un comunicato, “Iniziativa di Sinistra”, la corrente di sinistra all’ interno del partito al governo, invitando Papandreou a ripensare le sue responsabilità. A tutto questo Gorge Papaconstantinou, Ministro delle Finanze, risponde che “il governo non svende nulla, vuole soltanto valorizzare gli immobili del Paese”.

”I cinquanta miliardi di euro sono una decisione del governo greco. Non si tratta ne di vendita e tanto meno di svendita ma di valorizzazione della proprietà dello Stato”, ha detto oggi il portavoce del governo greco, Giorgio Patalotis, nel suo odierno incontro con i giornalisti, intervenendo nel dibattito seguito alle affermazioni dei rappresentanti di Fmi, Ue e Bce riguardo le misure che il governo intende adottare per ridurre il debito della Grecia. Riferendosi ai tre rappresentanti della ‘troika’, Petalotis ha detto che anche loro hanno capito che hanno superato certi limiti: ”Si tratta di funzionari di istituzioni che sono nostri creditori e ai quali anche nel passato si era raccomandato di evitare i commenti”.

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