La Grecia verso l’uscita dalla crisi? Secondo i mercati sì

Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 19:42 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Eurogruppo con i capi di governo, Ecofin nelle prossime ore, tra una settimana Consiglio dell'Unione in cui si dovra' decidere il rafforzamento del fondo salva Stati e del meccanismo di stabilita' finanziaria. C'e' molta Europa nella giornata positiva dei mercati, che sperano in una soluzione a breve per la ristrutturazione del debito greco. Con due effetti immediati: l'euro che torna a quota 1,3 sul dollaro e gli spread rispetto alla Germania dei titoli di Stato dei Paesi piu' esposti all'attacco della speculazione, Italia in testa, che si riducono considerevolmente.

Dopo una giornata di forti acquisti, lo spread Btp decennale made in Italy contro il Bund ha infatti chiuso a 413,5 punti base, in deciso calo rispetto a quota 431,8 di venerdi'. Il differenziale tra titoli italiani e tedeschi e' sceso in corso di seduta fino a 407 punti, rivedendo cosi' i minimi da inizio dicembre. E per la moneta unica il risultato finale di giornata e' questo: secondo le quotazioni di riferimento rilevate dalla Bce, l'euro contro il dollaro statunitense ha chiuso a quota 1,3017, lasciando cosi' i livelli delle ultime settimane, i piu' bassi da quasi un anno e mezzo.

E' evidente che i mercati si attendano qualche segnale sulla Grecia soprattutto dall'ormai prossima riunione dei ministri finanziari dell'Unione europea, con il Consiglio di lunedi' 30 che potrebbe prendere le decisioni finali. Per ora gli operatori registrano che i creditori di Atene hanno sottoposto al governo greco la loro ''offerta massima'' per risolvere l'impasse mentre il commissario Ue agli affari economici Olli Rehn si dice ''fiducioso'' che entro la settimana si trovera' una soluzione.

Con il cancelliere tedesco Angela Merkel che inoltre esclude la necessita' di ''un prestito ponte'' per Atene, tutte le Borse europee hanno chiuso in positivo, mentre Wall street si e' mossa piu' incerta. Bene in particolare Milano, la migliore piazza azionaria di giornata del Vecchio continente, con un rialzo finale di quasi due punti percentuali grazie alla corsa dei titoli bancari (Mps +14% Unicredit +10%), rinfrancati anche dall'ipotesi secondo la quale Francia e Germania sarebbero pronte a chiedere requisiti di capitale meno rigidi per il settore del credito.

Piu' frenati gli altri listini azionari, l'indice Stoxx 600 che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sulle Borse europee ha chiuso con un rialzo inferiore a mezzo punto percentuale, mentre la piazza di Atene ha 'festeggiato' il clima piu' sereno con un aumento superiore al 5%. Oltre ai bancari, in tutto il Vecchio continente si sono mossi bene anche i titoli assicurativi, mentre le utilities hanno perso una media di due punti percentuali. Sul Nasdaq ha pesato il titolo Research In Motion (l'azienda produttrice di BlackBerry), dopo le dimissioni dei due fondatori dai vertici societari.

Le tensioni sul petrolio dopo l'approvazione delle sanzioni Ue contro il programma nucleare iraniano non riguardano l'Eni, i cui diritti di ritiro non vengono toccati e con il titolo che in Borsa ha chiuso in leggero rialzo, ma il prezzo del greggio sta salendo verso quota 100 dollari al barile. Mentre esponenti minori della dirigenza iraniana insistono sulle possibilita' di chiudere lo stretto di Hormuz, sul mercato di New York le quotazioni hanno segnato un rialzo superiore al punto percentuale a 99,59 dollari al barile e a Londra il Brent viene scambiato ormai stabilmente sopra quota 110 dollari.