Grecia scivola verso una Cipro Bis: banche chiuse e capitali bloccati

Grecia verso soluzione Cipro? Banche chiuse e capitali bloccati
Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco (Foto LaPresse)

ATENE – Banche chiuse e capitali bloccati, proprio come già fece Cipro in tempo di default. Questa la prospettiva che si apre per la Grecia secondo il rapporto di Prometeia, che spiega come il governo di Atene per far fronte alla crisi potrebbe già nei prossimi 3 o 6 mesi essere costretta a seguire la strada di Cipro. Intanto gli economisti europei, da Mario Draghi della Bce al presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, attaccano senza pietà Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco, definendolo “perditempo e dilettante“.

Il rapporto di previsione presentato a Bologna da Prometeia non esclude una circolazione interna alla Grecia di strumenti di pagamento paralleli (tipo I Owe You) per sopperire alla mancanza contingente di fondi. Si tratta di una previsione a medio e breve termine, quindi nell’arco dei prossimi mesi. A differenza di Cipro, tuttavia, questi ipotetici provvedimenti, spiega l’associazione bolognese, andrebbero a gravare su una situazione già provata da sei anni consecutivi di recessione. Una situazione sociale già compromessa quindi, fatto che pone davanti alla politica, in primis alla Ue, una serie di interrogativi a cui, appunto, solo la politica potrà dare una risposta definitiva.

Prometeia non avanza ipotesi su quale sia la probabilità che questo scenario di verifichi, giudicandolo semplicemente possibile, e fa previsioni che sono compatibili sia con la “normalità vista sinora”, ma senza nemmeno escludere invece un nuovo scossone che provvedimenti più estremi, come l’inserimento di strumenti di pagamento paralleli per un periodo di tempo limitato, potrebbero implicare. Entrambe le possibilità mantengono però alla fine elevata la sfiducia nei confronti della Grecia con effetti negativi anche sulle economie più fragili dell’Uem e sulla Grecia stessa. Prometeia stima infatti che fino ai mesi estivi lo spread rispetto al bund dei rendimenti dei paesi periferici tenda ad ampliarsi e che quest’anno la Grecia torni a registrare una nuova contrazione del Pil.

Mario Draghi ha ribadito alla Grecia che l’aiuto della Bce potrebbe arrivare ma il tempo di Atene per mettersi in paro con le richieste dell’Europa sta finendo:

“La liquidità d’emergenza (Ela) sarà data fino a che le banche (greche ndr) saranno solvibili e ci sarà collaterale adeguato, ma vista l’attuale fragilità della situazione la Bce potrebbe dover tornare indietro e rivedere l’haircut sul collaterale. Il tempo sta finendo, la rapidità è essenziale”.

A condividere le idee di Draghi e arrivare a definire “perditempo e incompetente” il ministro Varoufakis è Dijssemlbloem, presidente dell’Eurogruppo, che ha detto:

“Bisogna fare di più, c’è il senso d’urgenza, i greci sanno che il tempo sta finendo, ma aprile ancora non è finito. E’ stato perso troppo tempo, c’è bisogno di progressi significativi così che le istituzioni possano dare luce verde alla lista di riforme e l’Eurogruppo all’accordo – precisando che la prossima revisione del caso greco sarà all’Eurogruppo dell’11 maggio -. E’ stata una discussione molto critica, abbiamo fatto un accordo due mesi fa, ora credevamo di poter prendere una decisione, ma invece siamo molto lontani e quindi sì, è stato un dibattito molto critico”.

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