Gronda di Genova fuori dallo “sblocca cantieri” del Governo? L’appello di Confindustria e sindacati per realizzarla

Gronda di Genova fuori dallo "sblocca cantieri" del Governo? L'appello di Confindustria e sindacati per realizzarla
Gronda di Genova fuori dallo “sblocca cantieri” del Governo? L’appello di Confindustria e sindacati per realizzarla (Foto Ansa)

GENOVA  –  Dal piano cosiddetto “sblocca-cantieri” del Governo Lega-M5s potrebbe restare fuori il progetto della Gronda di Genova, il raddoppio dell’A10 nel tratto interessato dal crollo del Ponte Morandi, i cui cantieri sarebbero dovuto iniziare all’inizio del 2019 affidati ad Autostrade per l’Italia. 

Allo stato attuale l’opera comporta un investimento di 4,3 miliardi di euro, totalmente a carico di Aspi,
per la realizzazione di 72 chilometri di nuovi tracciati autostradali (54 in galleria) e 13 nuovi viadotti
e l’ampliamento di 11 viadotti esistenti.

Il primo studio di fattibilità sul nuovo progetto della Gronda è stato avviato nel 2002, sottoposto a dibattito pubblico con i cittadini delle zone interessate al tracciato nel 2009. Nel 2014 è stato giudicato favorevolmente dalla Valutazione di impatto ambientale, e l’anno successivo è stato inserito nel Piano urbanistico comunale di Genova. Nel 2017 è arrivata l’approvazione dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Alla fine l’Italia è riuscita a farsi autorizzare dall’Unione Europea il finanziamento di un’opera di questa portata senza tariffe aggiuntive a carico dei cittadini.

Il 18 gennaio trentasette realtà associative di Genova e della Liguria hanno firmato il manifesto
‘Perché sì alla Gronda’, a favore della costruzione della Gronda autostradale di Ponente. L’appello a sbloccare i lavori al più presto è rivolto al Governo Conte, visto che nel corso della passata legislatura venne prorogata la concessione ad Autostrade per l’Italia al fine di permettergli di rientrare dall’investimento della Gronda.

“La partita adesso si gioca sulla Gronda, dal 13 agosto 2018 il progetto esecutivo è al Mit, quindi è tutto pronto, l’opera va cantierizzata – esorta il presidente Confindustria Genova, Mondini -. E’ un sì alla Gronda senza modifiche, ci mancherebbe visto che il progetto con più di vent’anni di storia ha tutte le autorizzazioni”.

“Abbiamo la necessità di incrementare il Pil nazionale, – sottolinea il presidente della Camera di Commercio Genova, Luigi Attanasio – la Gronda è un ingente investimento privato da 4 miliardi di euro che Genova non può perdere, il crollo del ponte Morandi dimostra che abbiamo bisogni di alternative”.

Tra i soggetti che hanno sottoscritto il manifesto i rappresentanti locali di Cgil, Cisl e Uil, Cna, Spediporto, Coldiretti, Confartigianato e Confesercenti. 

 

 

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