ROMA – Gutgeld, neo consigliere di Renzi per ridurre i costi… assume squadra di esperti. Tra governo Renzi e Ministero dell’Economia esiste una dialettica, una diversità di impostazione. Il presidente del Consiglio non fa guerre al ministro Pier Carlo Padoan ma è certo che vede come il fumo negli occhi la burocrazia ministeriale dove si nasconderebbero i “frenatori”, i signor no. “Il bonus degli 80 euro non è stato certo concepito a Via XX Settembre” si vanta Renzi.
Per questo ha affidato all’economista Yoram Gutgeld, di cui apprezza la “visionarietà” utile a partorire idee creative, il ruolo di consigliere economico del presidente del Consiglio: soprattutto, è lo stesso Gutgeld ad ammetterlo, farà da “contraltare” ai grand comis del ministero. Serviranno, le idee creative di Gutgeld, per la prossima finanziaria 2015, quando servirà trovare una montagna di soldi tagliando davvero pezzi di spesa pubblica.
Gutgeld ha anche preso in mano il dossier della spending review di competenza di Carlo Cottarelli. A breve Gutgeld si doterà di un’altra squadra di esperti e consulenti per dare una maggiore spinta alla riduzione dei costi. (Goffredo De Marchis, La Repubblica)
Se si capisce bene, il “genio” chiamato a ridurre i costi, come primo atto assume altra gente per ridurli. A proposito di squadre di esperti, segnaliamo l’articolo sul Corriere della Sera di Riccardo Puglisi, anche lui nei team che hanno coaudiuvato il commissario Cottarelli nella ricerca di ambiti di spesa pubblica aggredibili dalla spending review. Una voce da dentro, dunque, che si chiede che fine abbiano fatto i 25 documenti pdf che contengono le relazioni finali dei gruppi di lavoro della spending review di Cottarelli.
Come mai questi documenti non sono liberamente consultabili all’interno della suddetta sezione del sito apposito? Intendiamoci: sono ben lungi dal pensare che il governo debba passivamente recepire tutti i suggerimenti provenienti dai gruppi di lavoro della spending review . Evidentemente governo e parlamento hanno l’ultima parola sui tagli da farsi. La questione è un’altra, ed è di carattere procedurale: ritengo che i cittadini-contribuenti abbiano il diritto di sapere quali suggerimenti siano contenuti nei documenti della spending review , in modo tale da poter verificare che cosa è stato recepito dal governo, e che cosa non lo è stato. Il governo potrebbe anche spiegare le ragioni politiche o tecniche per cui ha deciso di non recepire questo suggerimento o quell’altro. (Riccardo Puglisi, Corriere della Sera)
I commenti sono chiusi.