Hera: Ebitda 2013 a 820 mln. Debiti sotto 2,65 mld. Report di Alberto Nosari

Hera: Ebitda 2013 a 820 mln, +25%. Debiti sotto 2,65 mld. Report di Alberto Nosari
Hera: Ebitda 2013 a 820 mln, +25%. Debiti sotto 2,65 mld. Report di Alberto Nosari

ROMA – Hera: Ebitda 2013 a 820 mln, +25%. Debiti sotto 2,65 mld. Report di Alberto Nosari. C’è il gruppo Hera, multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici con sede a Bologna, all’esame della Lettera all’Investitore di questa settimana (leggi qui), il report online di Alberto Nosari, bilancio e prospetti per il prossimo biennio.

Hera ha chiuso i primi nove mesi del 2013 con uno scatto del 27,6% a 597 milioni dell’Ebitda e una crescita del 27,6% a 98 milioni dell’utile netto adjusted, mentre l’indebitamento si è fissato a 2,776 miliardi ma è destinato a scendere sotto quota 2,65 miliardi entro fine anno, quando il rapporto debiti/Ebitda dovrebbe flettere a 3,2 lungo un percorso che dovrebbe portarlo a 2,9 volte quell’Ebitda atteso a oltre 950 milioni nel 2017, di cui il 58% da attività regolamentate. E il trend che ha caratterizzato i primi nove mesi dovrebbe riproporsi in ragione d’anno, permettendo al gruppo di chiudere il 2013 con una crescita poco inferiore al 25% di quell’Ebitda tendente agli 820 milioni pur avendo assorbito gli impatti della recessione e delle revisioni sulla regolamentazione da parte delle Authority.

Uno scenario che dovrebbe confermarsi pure nei prossimi trimestri, anche se Hera dovrebbe centrare l’obiettivo di un’ulteriore crescita dell’Ebitda pure nel 2014. Crescita la cui dimensione dipenderà comunque da variabili esogene quali nuove regole e modalità di uscita da una recessione che lascia intravvedere il 2014 come il più difficile dall’inizio della crisi che ha sconvolto i mercati finanziari a partire dalla tarda prima vera del 2007 per poi scaricarsi sull’economia reale a partire dal quarto trimestre del 2008. Questo anche perché, precisano, “a partire dal prossimo anno e in arco piano peseranno due variabili esogene (impatti tariffari e scenario) estranee alla capacità di intervento del gruppo, i cui impatti non sono facili da definire, anche se è possibile stimare in circa 20 milioni in termini di minor Ebitda 2014”.

Il tutto merito della capacità proattiva di un gruppo che sta implementando con successo il piano al 2017; piano focalizzato sulla “ricerca di nuove opportunità di crescita esogena da affiancare all’espansione organica salvaguardando però la solidità di quel profilo patrimoniale che beneficerà pure dei progressi attesi sul versante della generazione di cassa. Obiettivo, quest’ultimo, a cui daranno un contributo la prosecuzione delle iniziative sul fronte del controllo dei costi e dell’aumento dell’efficienza, oltreché le sinergie che emergeranno dall’integrazione con le neo-acquisite”. Priorità strategiche a cui, ricorda Tomaso Tommasi di Vignano, presidente di Hera, “ci stiamo dedicando per salvaguardare le politiche di sviluppo impresse al gruppo sin dal 2002, quando Hera ha visto la luce tramite aggregazione di 11 ex-municipalizzate. Una politica perseguita poi con altrettanta determinazione tanto che – aggiunge il presidente – negli anni successivi siamo riusciti ad aggiungere alla lista delle società entrate nel nostro gruppo ben 10 altre ex-municipalizzate e altre se ne aggiungeranno presto”.

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