C’è un modo per evitare che la cancellazione o la modifica di un soggiorno in un hotel o un b&b comporti una penale.
Quando si sceglie una struttura recettiva per un soggiorno è consigliabile leggere attentamente le condizioni di prenotazione e cancellazione per evitare brutte sorprese traducibili in penali. Il pagamento della penale in caso di modifiche dei giorni di pernottamento o di cancellazione del soggiorno in un hotel o un bed&breakfast dovrebbe sempre dipendere dalle condizioni specifiche presenti nel contratto stipulato al momento della prenotazione. La consuetudine vuole infatti che nel caso di annullamento di una prenotazione oltre i termini previsti dalla politica di cancellazione della struttura ricettiva si possa incorrere in un’ammenda più o meno severa.
L’esborso può variare dal costo di una notte fino all’intero costo della prenotazione. Lo stesso capita con il cosiddetto “no-show“, ovvero se il cliente non si reca più nell’hotel senza prima aver cancellato la prenotazione. In questi casi è frequente l’addebito di un costo pari al prezzo totale del soggiorno. La penale può scattare anche per modifiche alla prenotazione dopo un certo periodo, indipendentemente dai motivi che hanno impedito al cliente di rispettare i progetti iniziali.
In molti, antipatici casi, con l’annullamento della prenotazione, può succedere che l’albergatore o l’host di un bed&breakfast si senta così in diritto di prelevare da sé una penale dalla carta di credito fornita a garanzia dell’ospite. Ovvero di addebitare comunque il costo per il servizio mai goduto.
Proprio su una simile fattispecie si è espresso nei mesi scorsi il Giudice di pace di Grosseto. Tutto nasce dalla denuncia di un uomo che aveva prenotato una camera di un hotel a Torino per tre giorni, ma che a causa di un imprevisto aveva comunicato all’albergatore un cambio di programma: avrebbe soggiornato solo due notti. L’hotel, inizialmente, aveva risposto che non c’erano stanze disponibili per due notti, ma poi aveva confermato la prenotazione iniziale per tre notti e addebitato l’intero importo sulla carta di credito del cliente come penale. L’uomo, che intanto aveva prenotato un altro hotel, ha contestato la penale e l’addebito rivolgendosi al Giudice di pace di Grosseto.
Il tribunale ha stabilito che l’hotel non poteva prelevare l’intero importo senza fornire il servizio e ha ordinato il rimborso per due delle tre notti prenotate. La sentenza rivela contenuti interessanti per la giurisprudenza stabilendo di fatto che le clausole previste nei contratti con penale di pagamento totale in caso di annullamento sono vessatorie e inique se non approvate per iscritto dal cliente.
In sintesi, il giudice ha riconosciuto che la struttura recettiva ha agito in modo scorretto. Per questo ha deciso di tutelare i diritti del consumatore. Ciò non stabilisce una norma ma offre comunque uno spiraglio di giustizia per tutti quegli ospiti che, in seguito a modiche e annullamenti, temono che si possa loro addebitare l’intero importo senza godere del servizio.
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