
I dazi USA, frenata di Trump e bazooka di Mattarella. Ma non sono l’unica incognita (foto ANSA) - Blitz quotidiano
I dazi del tycoon, il bazooka di Mattarella. Scontro inedito ma foriero di sorprese; ora Trump frena su auto, farmaci e microchip. E il Colle replica: ”Tariffe inaccettabili, Bruxelles faccia di tutto per contrastarle e per evitarle”. Il capo dello Stato, bazooka in mano, critica duramente la Casa Bianca che tassa le importazioni. Poi facendo appello alla sua saggezza Mattarella continua: ”Serve interloquire con calma e determinazione ma Bruxelles deve avere decisioni più veloci, deve aggiornarsi”. Mattarella non le manda a dire: ”I dazi sono pericolosi, sono una sciagura perché ostacolano la moderna libertà di commercio tra i Paesi, alterano il mercato, penalizzano i prodotti di alta qualità. Le barriere doganali di Trump danneggiano l’economia e mettono a rischio la pace”. Il presidente della Repubblica a sorpresa va giù dritto: ”Basta piangersi addosso, piantiamola con le reazioni isteriche e le ritorsioni a caldo perché noi abbiamo gli strumenti, tutte le capacità necessarie per affrontare la situazione “. In una parola Mattarella lancia un monito: ”Più polso meno chiacchiere. Più fatti, meno polemiche con Washington“. Il capo dello Stato, visitando il villaggio di “Agricoltura È” ha sintetizzato così la linea tenuta dall’Italia. E ha raccolto applausi bipartisan.
Il made in Italy è forte
Lo sostengono molti Ceo tra cui Mike Parra, Ceo di DHL Express Europe che ha partecipato in Inghilterra alla presentazione dell’Atlante del Commercio 2025. E dice: “I dazi potrebbero far sentire i loro effetti nel breve periodo ma questo non sposterà la propensione ad acquistare prodotti italiani che si collocano nelle fasce più alte del mercato, perché è uno dei mercati che registrano la più alta crescita. Sono in programma importanti investimenti, l’Italia è tra i Paesi n.1 in Europa”. In altre parole: il nostro export addirittura crescerà. Trump se ne faccia una ragione.

La frenata di Trump
Il Tycoon ha imposto tariffe del 25% su qualsiasi merce per chi comprerà gas o petrolio dal Venezuela ma è già costretto a fare i conti con la delusione e la rabbia crescente di investitori e analisti e dunque con il mercato e la borsa innanzitutto americani. Di qui, come dice la stampa statunitense, il possibile rinvio della applicazione di una serie di tariffe specifiche relative ad alcuni settori industriali come auto, semiconduttori, farmaceutica. Oltretutto ora il presidente Usa è assorbito principalmente dai colloqui-fiume in corso a Riad dove Stati Uniti e Russia trattano il futuro dell’Ucraina. Sul tavolo i temi sono tanti: dalla tregua sul Mar Nero al commercio del grano. L’America fa da mediatore tagliando fuori l’Europa. L’ambizione di Trump è il cessate il fuoco entro Pasqua estendendolo al Mar Nero per evitare pericoli alle navi mercantili. Ergo, i dazi non solo solo l’unica incognita sul commercio globale. Comunque Trump ha congelato fino al 2 aprile i dazi al 25% su prodotti importati sia nei confronti del Messico che del Canada. Le aziende italiane, messe a rischio dalla svolta protezionistica degli Stati Uniti (sono oltre 23.000 le imprese vulnerabili, con 415.000 addetti) confidano in un ripensamento del Tycoon.